Terni, notte di follia in ospedale: un detenuto insulta i degenti e minaccia i poliziotti

Il garante, Giuseppe Caforio: "A Sabbione troppi detenuti critici ma manca il personale sanitario e penitenziario"

Terni, notte di follia in ospedale: un detenuto insulta i degenti e minaccia i poliziotti
di Nicoletta Gigli
3 Minuti di Lettura
Giovedì 25 Maggio 2023, 00:55

TERNI - La follia si consuma in un reparto dell’ospedale, dove il detenuto tunisino di 26 anni che ha ingerito le pile semina il panico.

Insulta i degenti e inveisce contro le donne e i bambini ricoverati, costretti ad assistere a scene da film dell’orrore.

Lui, che da un paio di mesi viene gestito con grande difficoltà dalla penitenziaria, si è tolto l’ago della flebo ed è una maschera di sangue. Lancia le bende sporche contro i poliziotti che cercano di tenerlo a bada e imbratta i muri del reparto testa-collo del “Santa Maria”.

Il silenzio della notte viene spezzato da lui che continua a urlare e a minacciare di morte il personale di scorta.

Scene di follia interrotte solo all’alba, quando la polizia arriva in aiuto alla penitenziaria, che riporta in cella il giovane straniero.

Lui torna a Sabbione, da dove qualche ora prima era iniziata la lunga serie di violenza culminata in ospedale tra i degenti: prima i gesti di autolesionismo che il 26enne, arrivato due mesi fa da Spoleto dove non si riusciva a gestire, mette in atto quasi ogni giorno. Poi l’aggressione a un poliziotto che, colto da malore, cade a terra e viene soccorso.

Una lotta impari quella per gestire i tanti casi critici spediti a Sabbione, che ieri ha visto i vertici del penitenziario ternano tornare al Dap per chiedere il trasferimento del detenuto, con problemi di tossicodipendenza e un lungo passato in cella per reati di droga.

Anche lui, come gli altri detenuti che stanno mettendo a dura prova i nervi del personale di Sabbione, sarà spostato altrove ma l’emergenza non si risolve. Troppe le mine vaganti che viaggiano nelle carceri e poi finiscono per approdare a Terni. «C’è amarezza perché l’Umbria viene utilizzata come rifugium peccatorum per detenuti con personalità critiche e profili caratteriali complessi, ma le nostre carceri non hanno strutture medico sanitarie adeguate per gestirli - dice Giuseppe Caforio, garante dei detenuti.  Terni poi ha un rapporto tra numero di detenuti e di agenti penitenziari che è il più basso della regione e uno dei più bassi d’Italia.

Non è un caso che qui ci siano state le situazioni più critiche, le sommosse, gli incendi, le aggressioni e non si può dire che la direzione e il comando della penitenziaria non abbiano fatto oltre il possibile per arginare il fenomeno».

Ferma la presa di posizione di Romina Raggi del Sappe e Francesco Petrelli del Sinappe: «Il personale non ce la fa più a gestire da solo situazioni come questa, ormai all’ordine del giorno, con episodi di violenza che stavolta hanno coinvolto persone che si trovavano in ospedale perché bisognose di cure. Chiediamo tutela per la penitenziaria, gli operatori e per quanti sono costretti ad essere spettatori inermi, in balia di chi pensa che qualunque violenza gli sia perdonata». I sindacati chiedono più personale e il blocco dei trasferimenti a Terni di detenuti ingestibili.

© RIPRODUZIONE RISERVATA