Terni, multa per una cassa rimasta accesa. I titolari dei locali: "Siamo tartassati"

Terni, multa per una cassa rimasta accesa. I titolari dei locali: "Siamo tartassati"
di Monica Di Lecce
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Lunedì 11 Luglio 2022, 15:05

Una cassa bluetooth rimasta accesa a fine serata, accesa per uso personale, e viene multata. A incappare nella sanzione una imprenditrice, C.G., le sue iniziali, titolare di un locale in vico dell’Olmo.

«Non ho l’impatto acustico. È questa la contestazione che mi viene mossa dalla polizia locale – racconta – Non ho l’impatto acustico perché priva di impianto di diffusione sonora. Non ha senso, infatti, avere la musica nel mio esercizio quando i locali vicini comunque la coprirebbero. Nella mia attività ci sono sei tavolini all’aperto dove arriva la musica degli altri, e un tavolo interno concepito come laboratorio. Conosco perfettamente la normativa, avendo in questo settore un’esperienza pluridecennale, e non credo di aver violato alcuna norma se la cassa è rimasta accesa involontariamente dal pomeriggio quando ero sola nel locale. Accesa, ad un volume impercettibile, per ascoltare un po’ di musica nell’attesa di aprire al pubblico». Il controllo dopo la mezzanotte è stato eseguito di sabato sera. Presenti tre agenti in divisa e due in borghese. Uno di loro è entrato nel locale e ha inviato la titolare a presentarsi presso il Comando. «E’ stato qui, dopo qualche giorno, che ho scoperto la contestazione – racconta l’imprenditrice – allo stupore iniziale, sono seguite le perplessità». Non sarebbe stata neanche l’unica ad essere multata in questa maniera. «Sentendo vari colleghi – aggiunge C.G. – vengo a conoscenza che sia stata sanzionata anche un’altra persona per lo stesso motivo (attività priva di impatto acustico) in quanto ascoltava della musica nella zona lavaggio. In questo momento, dopo diversi giorni dall’accaduto, sto valutando la possibilità di chiedere audizione, nel frattempo ho chiesto di poter rateizzare il pagamento.

Mi è stato risposto che per questa cifra esigua non era possibile». Mille euro per un locale che, come tutto il settore sta rialzando la testa proprio ora, non è una cifra così esigua. «In un anno – racconta C.G. - sono stata aperta 5 mesi a causa delle restrizioni per la pandemia, di intervento chirurgico e della convalescenza e poi del Covid ». Le fa eco il direttore di Confesercenti, Daniele Stellati. «Mille euro per un esercizio pubblico in questo momento, post pandemia, fanno la differenza: significano riuscire a coprire o no le spese».

Il caso riaccende le polemiche dei giorni passati sull'aumento dei controlli e sulle multe ai locali. C’è chi ha parlato di eccesso di zelo e chi ha invocato il buon senso. Sta di fatto che mercoledì scorso, sulla questione, le associazioni di categoria hanno incontrato l’assessora alla polizia locale, Giovanna Scarcia.

«Stiamo vivendo un momento particolare: bar, ristoranti e locali stanno cercando di “recuperare” in parte quanto perso con la pandemia ed è chiaro che la musica è un elemento attrattivo per la clientela – spiega Daniele Stellati – Con questo non diciamo che va giustificato chi non rispetta le regole, ma un irrigidimento generale in questa particolare situazione post pandemica, penalizza tutti». Il direttore di Confesercenti sollecita un punto di incontro. «Ribadiamo che noi siamo per il rispetto delle regole e chi se ne approfitta deve essere sanzionato – prosegue Stellati – Non vogliamo una deroga al regolamento ma chiediamo un po’ di ragionevolezza, di trovare un equilibrio che consenta la sopravvivenza delle aziende che per tanti mesi sono state ferme e che ora cercano a ripartire».

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