Terni, trasferito da Livorno dà fuoco alla cella: a Sabbione è emergenza detenuti psichiatrici

Terni, trasferito da Livorno dà fuoco alla cella: a Sabbione è emergenza detenuti psichiatrici
di Nicoletta Gigli
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Domenica 27 Novembre 2022, 13:19 - Ultimo aggiornamento: 22:15

TERNI - Appena ha messo piede nella sezione di accoglienza del carcere ha iniziato a rompere gli oggetti che si è trovato di fronte. Qualche ora dopo ha appiccato il fuoco alla cella, devastandola e rendendola inagibile.

A fermare la furia del detenuto una ventina di poliziotti della penitenziaria, stremati per la serie di episodi recenti con protagonisti detenuti con problemi psichiatrici di difficile gestione.

Protagonista dell’ennesimo gesto violento un detenuto marocchino.

Nel carcere di Sabbione è arrivato venerdì mattina.

L’hanno trasferito a Terni perché nel penitenziario di Livorno aveva dato fuoco alla cella e non si riusciva più a gestire.

A Sabbione il suo saluto di benvenuto, con atti violenti ai quali il personale della penitenziaria è ormai abituato.

Moreno Loretoni, coordinatore regionale dell’Umbria della fp cgil polizia penitenziaria stigmatizza “l'ennesimo episodio di cattiva gestione del carcere di Terni da parte del provveditorato dell’amministrazione penitenziaria, dove l’ufficio fiorentino che gestisce i detenuti continua a mandare a Sabbione i soggetti più pericolosi e questi sono i risultati. La casa circondariale di Terni - aggiunge - soffre da anni di una grave carenza di personale di polizia penitenziaria e sono anni che segnaliamo una cattiva gestione dei trasferimenti dei detenuti, con l’invio di soggetti pericolosi e inadeguati per la struttura penitenziaria ternana dal punto di vista trattamentale”.

Il sindacato sottolinea che “il carcere, con 530 detenuti sui 400 previsti, esplode anche perché a tenere a bada gli ospiti di Sabbione ci sono solo 200 poliziotti su tre turni”.

Poco più di un mese fa la rivolta di un gruppo di detenuti con poliziotti feriti e un reparto inagibile.

I responsabili, tutti identificati dalla penitenziaria coordinata dal comandante, Fabio Gallo, sono stati trasferiti in altri istituti tranne due o tre, che il dipartimento non sa dove mandare.  Dopo quell’episodio il garante dei detenuti, Giuseppe Caforio, incontrò i vertici di Sabbione. “Su 550 detenuti ben 174 hanno bisogno di cure psichiatriche o psicologiche – ha detto - un numero impressionante soprattutto a fronte di carenze notevoli di medici specialisti in questioni mentali e questo è un tema grave che affligge le carceri umbre”.

Un’emergenza nata dopo che la direzione dell’organizzazione penitenziaria dell’Umbria è stata accorpata alla Toscana, col trasferimento di tanti detenuti toscani, quasi tutti problematici.

Per Caforio “diventano necessarie le residenze per esecuzioni misure di sicurezza per chi ha problemi mentali  e il rafforzamento delle professionalità sanitarie in senso lato, un altro dato carente. Poi la carenza della polizia penitenziaria, ridotta ai minimi termini. Una miscela esplosiva che trova riscontro nei fatti di Terni, nei suicidi e negli atti di autolesionismo, sempre più frequenti».

Sul fronte del personale assegnato al carcere di Terni, Andrea Sciarrini della fp cgil Terni polizia penitenziaria, sottolinea che “nei giorni scorsi sono stati assegnati sette ispettori, ma in cambio ne sono stati trasferiti ad altre sedi in cinque e due sono prossimi al pensionamento.  Quanto agli agenti è arrivata meno della metà del personale assegnato attraverso i trasferimenti per mobilità”.

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