Terni, Lucrezia Di Canio firma il manifesto di Umbria Jazz. «Il festival? Fa parte del mio Dna come l'acciaio»

Terni, Lucrezia Di Canio firma il manifesto di Umbria Jazz. «Il festival? Fa parte del mio Dna come l'acciaio»
di Aurora Provantini
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Giovedì 25 Agosto 2022, 14:15

TERNI - Sono “Mondi musicali” quelli che accompagnano l’edizione 2022 di Umbria Jazz Weekend. Sono i mondi di Lucrezia Di Canio, artista nata a Terni 24 anni fa e vissuta gran parte in Inghilterra, dove ha studiato alla Bath Spa University specializzandosi in tecniche scultoree. E che torna a Terni per esporre in una collettiva con Piergiuseppe Pesce e Mark Kostabi, quando era ancora studentessa universitaria e quando scoppia la pandemia. Le sue opere affiancano la grande mostra dedicata a Andy Warhol. Quella che regge un giorno. Aperta di sabato e chiusa di lunedì, insieme a tutte le altre in Italia, per il lockdown di marzo 2020. Ma poi le date vengono recuperate e tutte le opere restano a Palazzo di Primavera ben oltre il tempo previsto e anche i “cilindri” di Lucrezia Di Canio vengono apprezzati dal pubblico e dalla critica. Già, si trattava di cilindri. Di sculture in acciaio che le provenivano da un percorso di studi sull’utilizzo di materiali speciali come quello a lei tanto caro: l’acciaio. «Non voglio a tutti i costi promuovere la mia città, che ad ogni modo è denominata anche “La capitale dell’acciaio” – spiega la giovane artista – ma è come se avessi nel Dna parte della storia di Terni. Quindi sì, la promuovo perché è parte di me». Lo dice in un modo talmente lineare, che stupisce: «Amo Terni e questo è innegabile. Soprattutto amo le sculture che ho visto intorno a me fin da bambina. Che sono tante e tutte in acciaio corten come la Lancia di Luce di Pomodoro».
Pomodoro sembra averla ispirata: «Probabilmente conoscere i processi di lavorazione che stanno dietro a certi monumenti, mi ha condotto fin qui». E “qui” significa che firma il manifesto del cartellone di Umbria Jazz e che il 20 settembre debutta anche a Milano con la mostra “Punti” a cura di Asola Group.
«Un'occasione che non potevo lasciarmi scappare, quella di rappresentare il festival jazz famoso in tutto il mondo». Anche Uj fa parte di lei. «Quando sono nata c’era già Umbria Jazz e quindi non posso concepire il mio territorio senza il festival che lo caratterizza». Per il Weekend di fine estate a cura di Carlo Pagnotta, non propone certo un disco d’acciaio. «No, per carità. Con la pandemia noi artisti ci siamo un po' fermati. Chi aveva un atelier riusciva a lavorare comunque. Ma quelli come me che non hanno potuto trasformare casa in uno studio in cui saldare i metalli, si sono rivolti al digitale».
“Mondi musicali” è un’opera digitale infatti, ispirata dalla storia del jazz e quindi dalla contaminazione di generi. «Ho immaginato mondi che si incontrano, che a volte si completano e altre si sfiorano solamente. E ho scelto i colori di Uj: il blu e il giallo».
«Pianeti, stelle, mondi che rappresento sempre in forma circolare come il sole. La stella alla quale non ci si può avvicinare troppo ma senza la quale non ci sarebbe vita sulla Terra». L’opera che ha realizzato Lucrezia Di Canio è un astratto in cui il paesaggio umbro si fonde con la storia del jazz.

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