Un anno senza concerti: Mariella Tavaglione:
«Ferma l'industria dei live, ecco
come sopravviviamo nel silenzio»

Un anno senza concerti: Mariella Tavaglione: «Ferma l'industria dei live, ecco come sopravviviamo nel silenzio»
di Corso Viola di Campalto
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Domenica 31 Gennaio 2021, 12:43 - Ultimo aggiornamento: 12:46

TERNI In un anno come quello conclusosi da poco, che passerà alla storia come il più “silenzioso” che si sia mai vissuto dal punto di vista musicale, c’è chi ha dovuto modificare quasi in toto il suo lavoro di addetta alla comunicazione musicale e responsabile relazioni con i media per i live. Per Libera Mariella Tavaglione è stato un anno davvero particolare che sembra ancora lontano dal finire: «Nel 2020 a causa dell’emergenza Covid, è sfumato infatti l’intero calendario di eventi - racconta Mariella - niente concerti negli stadi, niente festival rock o jazz, niente eventi celebrativi, tanto meno tour di artisti nazionali e internazionali. Questo stop oltre agli artisti, riguarda migliaia di lavoratori e tutto l’enorme indotto dell’industria del live, inclusa me che da 15 anni sono una free-lance specializzata in progetti discografici ma, soprattutto, promuovo e curo i rapporti con stampa e media, per i concerti». 
Una mazzata anche per Mariella, arrivata alle vette più alte della sua professione, dopo anni di gavetta: «Negli ultimi anni - continua - ho lavorato molto a Milano collaborando con Live Nation ad eventi come quello di Eminem, dei Pearl Jam, dei Muse, Billie Eilish, Tom Yorke, tra gli altri e a festival come I-Days, Milano Rocks, Rockin’ 1000. Prima di approdare a Milano da free- lance, la mia “palestra” sono state le 5 edizioni del Postepay Rock in Roma e di Luglio Suona Bene nonché i quasi 10 anni di lavoro con un’importante agenzia di comunicazione, dove ho iniziato la mia carriera e seguito importanti live (Rolling Stones, Roger Waters, Bruce Springsteen, Muse, Radiohead, Linkin Park Robbie Williams, Keith Jarrett, tra gli altri) nonché nel 2015 l’ufficio stampa del Festival di Sanremo. In tutto questo non ho mai trascurato la mia città dove sono rimasta particolarmente legata (e grata) a Fabrizio Zampetti, con il quale ho mosso i miei primi passi e dove continuo a collaborare». 
Ma lei si è reinventata, grazie ad un’inguaribile ottimismo che la contraddistingue: «Per una persona come me, che ha avuto la fortuna di trasformare le sue grandi passioni (musica e comunicazione) in un bellissimo lavoro, il 2020 è stato veramente duro: l’unico evento a cui ho collaborato è stato a settembre “Heroes Verona” - un maxi evento streaming che si è svolto su una piattaforma, senza presentatore e con le esibizioni una dopo l’altra – come in una grande playlist – che è stato sì bellissimo, ma mi ha lasciato la convinzione che il digitale non sia la risposta; la magia del momento in cui e le luci si abbassano e sta per iniziare il live, la condivisione, i cori, insomma nulla di tutto ciò, ovviamente. Temo che quando ripartirà l’industria del live (mondiale), vorrà dire che la pandemia sarà finita, e con tutta probabilità noi saremo gli ultimi a riaprire, e questo di certo non mi consola». 
In questo periodo ha cercato di non restare “ferma” e ha investito ancora più risorse ed energie in un progetto su cui già stavo lavorando da tempo e che condivide con il compositore e produttore discografico Giovanni De Rosa(D4D): ABNormal: «Si tratta di una società di servizi integrati per la musica - dice ancora Mariella- ideata nel 2019, come naturale evoluzione delle nostre esperienze lavorative - rispettivamente nella produzione discografica e nella comunicazione musicale nata per supportare chi desidera fare musica seriamente, con una “base” sul territorio, senza la necessità di doversi spostare nelle grandi città-polo del settore, ma restando comunque connessi a queste, affidando le proprie idee a specialisti preparati ed esperti, in grado di coltivarle e svilupparle al meglio e fornendo strumenti necessari a supporto dei progetti musicali.

L’esperienza più soddisfacente è quella con il rapper AimaD che seguiamo da ormai due anni e di cui stiamo producendo un nuovo lavoro in questo periodo».  L’ultimo messaggio è comunquev ottimistico: «Sono consapevole che la diffusione del Coronavirus abbia investito aspetti importantissimi legati all’economia del mercato musicale ma al contempo sono persuasa , da sognatrice convinta e appassionata,b che il mondo musicale è sì fatto di economie, ma anche di grandi emozioni e che la musica sia troppo importante nella vita di ognuno di noi, per non sopravvivere, in qualche modo».

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