Terni, Le mamme di Flavio e Gianluca uccisi dal metadone: "Rivedere le normative perché non accada più"

Terni, Le mamme di Flavio e Gianluca uccisi dal metadone: "Rivedere le normative perché non accada più"
di Nicoletta Gigli
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Domenica 5 Febbraio 2023, 00:10

TERNI - «Prendiamo atto di quanto annunciato dall’assessore regionale alla sanità, Luca Coletto, sulla revisione delle normative legate alla gestione del metadone. Iniziativa che sicuramente servirà affinché quanto capitato a Flavio e Gianluca non debba più ripetersi».

Silvia e Maria sono due mamme senza più lacrime.

Un destino crudele le ha costrette a convivere per sempre col dolore inconsolabile della perdita di due figli poco più che bambini. Ammazzati dal metadone ceduto loro da un tossicodipendente in cambio di 15 euro.

La tragedia del 7 luglio 2020 pesa come un macigno su una città che vede ripetersi, seppure con modalità diverse e con vittime che hanno storie che non hanno nulla a che vedere con la morte di due innocenti come Flavio e Gianluca, la strage di persone uccise dal metadone mischiato all’alcol o ad altre sostanze.

L’assessore regionale alla salute, Luca Coletto, in un’intervista al Messaggero, entra a gamba tesa con un piano che possa rivisitare la gestione del metadone e che agisce su due fronti: «A livello nazionale, con la proposta che farò in commissione salute - dice Coletto - perché stringa i cordoni della borsa. E a livello territoriale, con l’obbligatorietà dell’assunzione del metadone di fronte al medico e poi la riconsegna delle boccette vuote».

Per Coletto, già al lavoro con i suoi dirigenti per cambiare le modalità di affido del metadone a domicilio, si dice convito che «come tutti i servizi sanitari e gli ospedali, aperti il sabato e la domenica, a Natale, Pasqua e Capodanno, i Serd dovranno riaprire nei giorni festivi.

L’assunzione del metadone dovrà essere fatta lì, davanti al personale medico e  infermieristico.  Se cura deve essere cura sia - dice -  ma sia cura vera».

Anche la Comunità Incontro fondata dal compianto don Pierino Gelmini, che somministra il metadone agli ospiti in cura per disintossicarsi, prende posizione su un tema che va preso di petto. «Condividiamo quello che ha detto l’assessore Luca Coletto» dice Giampaolo Nicolasi, che guida la comunità con sede centrale a Molino Silla di Amelia. «Va rivisto in fretta il metodo di somministrazione, non si può andare avanti con tutti questi morti da metadone e col servizio pubblico che viene additato per questo».

Nicolasi sottolinea che «il modo in cui opera il Serd si basa su un protocollo condiviso e legale. Giusto o sbagliato che sia, adotta un protocollo consentito dalla normativa nazionale e questo può creare un misuso del metadone. Questo - precisa Giampaolo Nicolasi – non accade solo a Terni o in Umbria ma riguarda tutto il territorio nazionale. Terni  sicuramente è fortemente penalizzata, perché ci sono stati tanti casi di persone morte a causa del metadone, ma accade anche in altre città».

Alla Comunità Incontro la modalità di somministrazione del metadone è rigida: «Noi siamo aperti 24 ore su 24. Lo prendono quotidianamente dal personale infermieristico, che consegna la boccetta. Lo bevono di fronte a loro, ed è il personale che poi controlla che non lo trattengano in bocca. Prima di questa normativa i Serd erano aperti il sabato e la domenica e il metadone si poteva prendere anche al pronto soccorso. L’affido purtroppo crea problemi e troppi rischi».

In discussione la revisione della legge 309 del ’90 che regolamenta le tossicodipendenze: «Una delle modifiche richieste - dice il responsabile della Comunità Incontro -  riguarda proprio il protocollo di somministrazione del metadone, che va assolutamente rivisto. Servono però decisioni veloci. Non si può continuare a piangere gente che muore da overdose da metadone. La nostra speranza è che queste vite spezzate non siano state inutili».

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