Terni è dunque una delle province italiane con il maggior grado di apertura ai mercati esteri. Tra i settori ritenuti più promettenti potrebbe inoltre rivelarsi quello del turismo: i primi sette mesi del 2019 hanno confermato il trend positivo registrato nel 2018, sia negli arrivi (224.152) che nelle presenze (481.617), di cui 103.950 e 243.315 solo nelle Terre di San Valentino (ad esclusione quindi del territorio orvietano). Resta invece critica la situazione sul versante dell'occupazione giovanile: se nel 2009 il tasso di disoccupazione era al 7,3%, e quello giovanile (15-29 anni) al 21,3%, nel 2018 questi salgono rispettivamente al 9,8% al 28,7%. Ma le difficoltà di reperimento riguardano complessivamente il 32,2% delle assunzioni programmate, salendo al 64,9% per alcune figure professionali a più elevata specializzazione. «Il nostro osservatorio - commenta il presidente della Camera di commercio, Giuseppe Flamini - registra che in 10 anni il numero complessivo delle imprese non si è modificato. Ciò che si è modificata è la struttura del sistema economico locale, a partire dal valore aggiunto prodotto dalle imprese, per continuare con forme di imprenditoria diverse rispetto a dieci anni fa. Tenuto conto delle difficoltà che riguardano ancora settori tradizionali, la Camera di commercio di Terni sta puntando, fra l'altro, a valorizzare i nostri territori dal punto di vista turistico, con l'obiettivo di farli conoscere meglio». Secondo Flamini «la salvaguardia della territorialità e dei suoi valori specifici deve essere la nuova chiave di sviluppo per il sostegno dell'economia locale». «Ed è per questo - conclude - che il mantenimento dell'autonomia della Camera di commercio della provincia di Terni, non è certo un rigurgito campanilistico».
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