Terni, la prima Pasqua post Covid al ristorante a prezzi stracciati:
è boom di prenotazioni

Terni, la prima Pasqua post Covid al ristorante a prezzi stracciati: è boom di prenotazioni
di Aurora Provantini
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Mercoledì 13 Aprile 2022, 15:35 - Ultimo aggiornamento: 16:13

TERNI - «Se avessi avuto dieci ristoranti li avrei riempiti tutti». Ma chef Umberto Trotti ne ha solo uno a Ferentillo. Perciò si deve accontentare di servire il pranzo di Pasqua a 120 persone, perché il suo locale non riesce ad ospitarne di più. «Ho tutto prenotato da una settimana, per il sabato, per la domenica, per il lunedì dell’Angelo, e debbo anche segnalare il ritorno dei turisti in Valnerina».
Ha chiuso le prenotazioni in anticipo: «Dire no ai nostri clienti non è mai piacevole, ma non abbiamo alternative». Ristoranti sold out anche a Stroncone e Narni. Nonostante la crisi e nonostante i rincari.
«Quelli li smaltiamo noi – interviene Elia Bonanni, con due ristoranti in riva al lago e una gastronomia nel centro di Terni – infatti abbiamo deciso di non aumentare i prezzi finali, nonostante i rincari di luce, gas e materie prime».
E’ euforico, Bonanni: «E’ la nostra prima Pasqua post Covid. Lo scorso anno siamo restati chiusi perché era consentito mangiare solo all’aperto e non ce la siamo sentita di rischiare di buttare via tutto in caso di maltempo. Diciamo che ripartiamo da qui».
Agnello, carciofi, coratella, frittata agli asparagi, pizza salata, capocollo. I menù si assomigliano e vengono proposti anche da asporto. Chi ci aggiunge il tartufo e chi le lasagne. Nessuno comunque osa chiedere alle famiglie ternane un centesimo in più rispetto al 2019.
Tutti stanno cercando di andare incontro ai propri clienti, che tornano volentieri al ristorante nonostante il potere di acquisto sia calato. Se non trovano posto, chiedono il take away, ma al pranzo di Pasqua non ci rinunciano.
«E meno male». Per Sara Di Pietro questa è la prima Pasqua in assoluto. Perché da quando ha aperto a Stroncone, a dicembre 2019, non ne ha potuta festeggiare neanche una: «Prima c’è stato il lockdown e poi i divieti, non c’è stata Pasqua per noi». Con un ristorante in paese e uno ai Prati, sta ricevendo una infinità di prenotazioni anche lei. «Non mi aspettavo così tante richieste, ma ormai le previsioni non le fa più nessuno. Per il momento posso solo dire che potrebbe essere una bellissima Pasqua per noi ristoratori. Credo comunque che in questo momento di crisi, offrire prodotti di qualità ad un prezzo basso sia importate. E perché il pranzo al ristorante non diventi appannaggio di pochi, dovremo andare incontro alle famiglie con menu dedicati anche in altre circostanze».
Qualche posto a tavola ancora si trova, magari in centro, dove una buona parte dei ristoranti resta chiuso: «Facciamo Pasqua in famiglia, ma martedì riapriamo», dice Tania Spadoni. Solo due giorni di pausa, considerato che con il ritorno alla normalità i ternani si concederanno una gita fuori porta.
«Invece noi siamo pieni anche a Pasquetta - dichiara Mario isola, con il ristorante a Miranda – perché la tradizione impone uno spostamento anche di pochi chilometri, il lunedì».
A proposito di tradizioni e di normalità anche Isola parla di menù tipico e di necessità di abbassare i prezzi: «Con grossa fatica facciamo fronte ai rincari e con grossa difficoltà andiamo avanti, ma ci mettiamo anche dall’altra parte, per questo alcuni di noi hanno voluto compiere il miracolo di offrire un pranzo di qualità ad un costo inferiore agli anni passati».

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