Il procuratore capo del tribunale di Terni Cesare Martellino ha aperto un fascicolo, senza ipotesi di reato, sugli affari ternani di due indagati eccellenti dell'inchiesta romana «Terra di Mezzo», che ha accertato un «ramificato sistema corruttivo» in vista
dell'assegnazione di appalti e finanziamenti pubblici dal Comune di Roma. Si tratta dell'ex amministratore dell'ente Eur di Roma, Riccardo Mancini e di Salvatore Buzzi, referente per l'accusa dell'organizzazione
criminale tramite una rete di cooperative. Entrambi finiti in carcere a Roma (Mancini è stato scarcerato dal tribunale del Riesame pochi giorni fa) con l'accusa di associazione a delinquere. Accertamenti ordinati dalla Procura di Terni e portati avanti dalla Guardia di Finanza sono in corso sui lavori di revamping dell'inceneritore Aria di Maratta, l'azienda di Acea specializzata nel trattamento dei rifiuti. Le fiamme gialle hanno già acquisito numerosi
documenti delle società interessate. Il legame di Mancini con i lavori per il revamping è stato messo in risalto dal comitato «No Inceneritori Terni» che ha preparato un dossier nel quale ha ripercorso tutti i passi dell'affare. Dossier che ha solleticato l'attenzione del procuratore Martellino. Nel 2010 Acea ha pubblicato un bando per l'aggiudicazione dei lavori. L'appalto è stato vinto per 16 milionidi euro dalla Ibi spa, società di Napoli, che gestisce diverse discariche e impianti in Campania eSicilia, la quale però a fine 2010 è stata colpita da un'interdittiva antimafia per una inchiesta in Sicilia. Così, l'Acea, appellandosi all'articolo 221 del decreto 163/2006 che ammette la deroga alla procedura di ara pubblica quando ricorrono ragioni di estrema rgenza, ha affidato il nuovo appalto all'associazione temporanea di imprese Terni scarl, costituita da ntercantieri Vittadello, Loto Impianti srl e Igm mbiente srl e dalla Società Generale Rifiuti srl (Sogeri). Quest'ultima, di proprietà di un'altra azienda, la Treerre spa, la cui maggioranza (60 per cento) era nelle mani della Emis spa, che era controllata al 99 per cento da Riccardo Mancini. Ed è stato proprio cini a sedere nel cda di Terni scarl per conto della ri dal 9 novembre 2011 al 5 novembre 2012, quando si è dimesso dopo aver avuto altri problemi giudiziari.
Ma le indagini ternane della Finanza riguardano anche Salvatore Buzzi e la coop 29 giugno, che ha avuto un legame con la Cosp Tecno Service durato circa 12 anni, con la nascita nel lontano Duemila a Terni del Consorzio raccolta differenziata Roma Scarl. Buzzi era presidente e consigliere del cda. La Roma Scarl si è poi aggiudicata nel tempo alcuni appalti per la raccolta differenziata di rifiuti di Roma. egame andato avanti fino a novembre del 2012 quando la coop 29 giugno ha rilevato tutte le quote di Cosp.
Mafia Capitale: indagini sugli affari
di Mancini e Buzzi a Terni

di Corso Viola di Campalto
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Domenica 28 Dicembre 2014, 17:54
- Ultimo aggiornamento: 19:51
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