Terni, i gestori sperano nelle riaperture all'aperto ma una palestra su tre non ce la fa a ripartire

Terni, i gestori sperano nelle riaperture all'aperto ma una palestra su tre non ce la fa a ripartire
di Aurora Provantini
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Mercoledì 14 Aprile 2021, 11:38 - Ultimo aggiornamento: 11:39

«Non ci faremo certo prendere dall'euforia». Maurizio Frasconi, direttore delle Piscine dello Stadio, dubita che le palestre verranno prese d'assalto al momento della loro riapertura: «La gente non ne può più di queste continue chiusure e ormai ha perso fiducia in noi». Il mondo dello sport incrocia le dita perché palestre e piscine possano ripartire dopo cinque mesi e mezzo di stop. Governo e Cts stanno aspettando di vedere il prossimo monitoraggio dei dati (venerdì 16 aprile) ma già immaginano di allentare le misure restrittive. Si parla di ripartenza soft da lunedì prossimo e comunque entro maggio.
I gestori stanno contattando i propri abbonati per cercare di capire in che numero torneranno ad allenarsi. Per adesso si programmano solo lezioni all'aperto. I titolari delle palestre della provincia di Terni chiedono a gran voce che venga indicata una data certa. Si preparano ad accogliere i propri clienti in base ai precedenti protocolli anti Covid-19 , «quelli che ci hanno portato ad investire ingenti somme di denaro, a maggio 2020, per sanificare i locali e per mettere in sicurezza dipendenti e avventori», chiosa Frasconi. «Bisognerà anche capire - aggiunge - in che modo far recuperare le quote già versate, ai nostri iscritti. Certo dal punto di vista della sostenibilità le palestre hanno già avuto un crollo. Sono in ritardo con i pagamenti di affitti e utenze e i ristori arrivati sono a dir poco offensivi, insufficienti anche a pagare una sola bolletta. Le strutture come Stadium (Piscine dello Stadio, ndr) hanno costi di gestione e manutenzione elevatissimi. Pensare di riaprire per garantire qualche lezione individuale è come dire veniteci a salutare perché poi chiuderemo».
Maurizio Sciarrini, presidente del San Valentino Sporting Club, ammette di aver già perso il 60 per cento degli iscritti. «Oggi ripartono gli allenamenti di calcio da noi e attendiamo il via libera per le altre discipline. La palestra a cielo aperto è già funzionante - dichiara Sciarrini - ma molti sportivi non sono mai tornati, vuoi perché occorre prima prenotare l'allenamento e vuoi perché gli spogliatoi non si possono utilizzare e questo genera preoccupazione. Diciamo anche che la comunicazione non ci ha aiutati. Nessuno parla più di supermercati, quelli che a inizio pandemia avevano gli ingressi contingentati e che adesso sono sempre pieni di clienti. Si parla solo di palestre e piscine, come se fossero la culla del Covid-19. Ecco, dal punto di vista della comunicazione, siamo stati quelli più danneggiati. Speriamo che almeno la campagna vaccinale funzioni e che si possa guardare a settembre come al futuro».
Per allora una palestra su tre avrà chiuso per sempre, secondo le previsioni di Sciarrini. Anche Claudio Guazzaroni guarda a settembre per una svolta: «O si riparte per bene o si getta la spugna». Stava allenando la nazionale femminile di Karate, ieri: «Per una palestra come la nostra, di oltre mille metri quadrati, ferma da ottobre a parte lo sport agonistico, è impossibile pensare stare aperti solo per lezioni individuali.

In attesa di indicazioni precise abbiamo deciso di resistere fino a settembre. Per allora se non si dovesse tornare alla normalità ci ridimensioneremo».

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