Terni, A giudizio per una lite col fratello viene arrestato in India con la droga: Il giudice lo sentirà in videoconferenza per non bloccare il processo

Terni, A giudizio per una lite col fratello viene arrestato in India con la droga: Il giudice lo sentirà in videoconferenza per non bloccare il processo
di Nicoletta Gigli
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Venerdì 25 Febbraio 2022, 05:10

TERNI - E’ finito a processo per violazione domicilio aggravata con danneggiamento sulle cose e sulle persone per aver fatto irruzione nell’appartamento del fratello e della madre.

Le udienze però si sono bloccate perché lui nel frattempo è stato arrestato in India per detenzione di oltre un chilo di cannabis ed è ancora in carcere.

Per sbloccare il processo, il giudice del tribunale di Terni, Chiara Mastracchio, ha deciso di avviare una procedura di rogatoria con collegamento in videoconferenza che consentirà, il prossimo 2 maggio, di sentire le dichiarazioni dell’imputato. Una procedura inedita visto che non esiste una convenzione che regola i rapporti processuali tra Italia e India.

Sarà un collegamento a livello di “cortesia internazionale - come ha sottolineato il giudice - con tutti i limiti ma anche i vantaggi che tale pratica sperimentale comporta”.

Lui, 54 anni, amerino, fu denunciato dal fratello 53enne a luglio del 2017.

I rapporti tra i due pare fossero tesi da tempo per via delle significative proprietà di famiglia che si erano divisi.

Contrasti poi degenerati quando il 54enne ora a processo, per l’accusa, si era introdotto a casa del fratello forzando l’ingresso del giardino e frantumando un vetro, avventandosi contro di lui di fronte all’anziana madre. Ne era nata una colluttazione e sul posto arrivarono i carabinieri di Amelia.

Poi il rinvio a giudizio e il processo per l’uomo che, assistito dall’avvocato Andrea Temperanza, deve rispondere di violazione domicilio aggravata con danneggiamento sulle cose e sulle persone. A difendere il fratello l’avvocato Attilio Biancifiori.

Le udienze però hanno trovato un ostacolo che sembrava insormontabile. Perché l’amerino, cultore di scienze orientali, durante un viaggio in India fu fermato mentre viaggiava su un autobus e trovato in possesso di oltre un chilo di cannabis. Era il 14 settembre del 2020 e da allora l’uomo è ancora in carcere. Dopo tre rinvii il giudice ha deciso che il processo doveva andare avanti e per farlo ha avvisto la procedura di rogatoria con collegamento in videoconferenza. All’udienza di ieri era presente l’interprete indiana cui è stato dato l’incarico di tradurre gli atti processuali. L’imputato sarà sentito con questa inedita modalità il 2 maggio salvo slittamenti.

Gli atti del processo tradotti verranno trasmessi alla Farnesina, che individuerà quale è l’autorità indiana competente per questa tipologia di processi penali per inviarle il tutto con la richiesta di collegamento tra il carcere indiano e il tribunale ternano. 

“Almeno usciamo dall’angustia della provincia - dice l’avvocato Biancifiori. Iniziamo a proiettarci fuori da questa nostra dimensione territoriale per sperimentare un po’ di diritto internazionale extracomunitario”.

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