«E se domani, Terni dovesse accogliere la prima nata da due mamme, cosa farebbe la comunità ternana? La discriminerebbe, più di quanto non faccia già la nostra Legge, che nemmeno ci riconosce?», chiede Gabriella Musso, dell’associazione umbra di famiglie omosessuali.
«Per certo, la bambina avrà “E se domani” – risponde Emanuele De Benedetti, presidente del gruppo – pronto ad offrirle un riferimento, su cui contare, in cui ritrovarsi, crescere e confrontarsi, che non lascererà sola, lei e la sua famiglia». Ma la città come accoglierà questo bebè in arrivo, quando scoprirà che ha duemamme?
«L’omosessualità è una differenza – puntualizza la psicologa di “E se domani”, Paola Cipolla - che è solo un orientamento sessuale: non una malattia, né un vizio né una scelta, ma parte integrante di una persona e della sua identità, che va integrata non emarginata ». Se ne è discusso sabato pomeriggio a Terni - durante un incontro a Palazzo Primavera – organizzato dall’associazione “E se domani”, che riunisce gay, lesbiche e transessuali della città; l’occasione è stata la presentazione del neonato gruppo Agedo Terni, dei genitori di omosessuali.
«Contiamo oltre 130 iscritti, qui a Terni – spiega De Benedetti – fra l’altro non tutti omosessuali, che si rivolgono a noi per avere un sostegno e condividere problematicità legate alla’essere omosessuali». Tanti i ragazzi «che hanno lanciato vere e proprie bombe in casa, dicendo della loro omosessualità, proprio come ho fatto io», riferisce ancora De Benedetti; sempre più le madri e i padri che hanno bisogno di parlarsi e aprirsi. «Poiché non vogliamo essere genitori di figli che si ritengono orfani» sostiene il professor Ettore Ciano, mentre racconta la sua esperienza in Agedo a Napoli, avendo entrambi i suoi ragazzi, dichiaratamente omosessuali.
«Per noi non è facile essere qui - dice Michael un giovane dell’associazione “E se domani” – figuriamoci per le nostre famiglie, gran parte delle quali hanno vissuto in maniera traumatica il nostro coming out». Eppure è riuscito a coinvolgere anche la sua mamma. «Non ho altra qualifica se non quella di mamma – aggiunge infatti, la signora Donatella Maurizi, madre di Michael – e per il bene di mio figlio parteciperò gruppo Agedo, soprattutto per incoraggiare altri genitori come me, a far prendere coscienza di sé un figlio che ha solo una montagna più alta da scalare, rispetto agli altri».
© RIPRODUZIONE RISERVATA