LE REAZIONI «Esprimo soddisfazione per una scelta responsabile e seria della giunta comunale che certamente la maggioranza consiliare ma credo anche le opposizioni coglieranno», è il commento del presidente del Consiglio comunale, Francesco Maria Ferranti. «Vendere oggi - prosegue il presidente Ferranti, responsabile delle partecipate per Forza Italia - sarebbe un dilapidare i sacrifici dei ternani. In futuro con l'azienda efficientata e con i conti in regola si potrà valutare il libero mercato».
Soddisfatto per la decisione presa dalla Giunta anche il consigliere di Senso Civico, AlessandroGentiletti: «Esprimo soddisfazione per la decisione della Giunta di revocare la delibera di vendita delle quote di FarmaciaTerni, sebbene si tratti di un atto dovuto. Infatti, come ho avuto modo di evidenziare più volte ed infine con l'interrogazione dell'8 agosto 2018, il presupposto della delibera emanata dalla precedente amministrazione, ovvero il riequilibrio finanziario per evitare il dissesto, è notoriamente venuto meno. Molti, inoltri, gli impedimenti giuridici che avrebbero ostato alla vendita. Mi auguro che sul tema di come valorizzare le farmacie comunali, che a mio giudizio devono restare pubbliche, ora si possa finalmente aprire una discussione seria e costruttiva, libera da ogni pregiudizio ideologico».
STOP DAI CINQUE STELLE Dopo una prima apertura alla proposta dell'assessore Dominici, il M5s bolla come "invotabile" la delibera approvata questa mattina. «La delibera della giunta Latini sulle farmacie comunali - commenta il consigliere comunale del M5s Thomas De Luca - è invotabile nella sua formulazione attuale. Si propone al consiglio di modificare una delibera precedente senza specificare come: quali parti sostituire, emendare o eliminare nel dispositivo o negli allegati. Una delibera impugnabile in ogni aspetto sotto il profilo amministrativo. Al momento attuale la nostra proposta di delibera rimane quindi sul tavolo, ci auguriamo di poter trovare nelle prossime ore una proposta emendativa condivisa per salvare la società».
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