Tutti ormai lo tenevano alla larga Aldo, quarantenne tossicodipedente dall’aria sempre strafatta, troppo grande per loro, ma lui non mollava e si presentava periodicamente , cercando di piazzare il metadone per poi acquistare cocaina. «Erano due ragazzi tranquilli - racconta uno studente dell’Itt, la scuola frequentata da Gianluca, che era anche rappresentante di classe- prima di quel giorno non hanno avevano mai preso nulla del genere, forse qualche canna e spinello ma siamo sicuri che quello che ha detto Aldo non è vero, prima di lunedì quella robaccia non l’avevano mai presa, li conoscevo benissimo ed ora mi chiedo perché abbiamo fatto quella scelta, perché abbiamo dato fiducia a una persona ambigua».
Francesco, 17 anni, ascolta e poi va ancora più duro, e malgrado la giovanissima età, si pone un interogativo: «Io ho un fratello che si faceva di eroina fino a poco tempo fa -racconta - e il medico quando andava a prendere la dose di metadone si accertava che la ingurgitasse tutta e sopra gli faceva bere anche un bicchiere d’acqua perché aveva paura che potesse portarla via e rivenderla, possibile che quell’Aldo abbia potuto avere in casa tutte quelle dosi e metadone?Probabilmente se lo avessero controllato meglio Gianluca e Flavio sarebbero ancora vivi».
Silvia Jacaroni, la mamma di Flavio, all’uscita del feretro si rivolge proprio a loro: «Vi voglio tutti con me, dovete restare a mio fianco, dobbiamo darci da fare perché questo non accada mai più, ma ora trasformiamo la rabbia in bene, aiutateci a salvare altri ragazzi».
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