Operazione "Caronte", a cinquanta
clienti della banda di Borgo Bovio
sequestrati porto d'armi e patenti

Operazione "Caronte", a cinquanta clienti della banda di Borgo Bovio sequestrati porto d'armi e patenti
di Nicoletta Gigli
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Domenica 21 Febbraio 2021, 09:56

TERNI «A Terni si drogano tutti. E’ un classico accompagnare lo shottino con una sniffata di coca». Negli uffici della questura uno dei clienti del gruppo incappato nell’operazione “Caronte” giustifica così la sua abitudine al consumo di droga. Una questione che, a suo dire, riguarda tutti e che quindi non deve sorprendere più di tanto. 
In queste ore, di fronte agli investigatori della squadra mobile, stanno sfilando i numerosi clienti dei nove pusher finiti in manette.
Una cinquantina in tutto. Molti dei quali immortalati nelle immagini girate dalla telecamera che i poliziotti dell’antidroga hanno piazzato nell’appartamento di via Tre Venezie ritenuto la base logistica del gruppo. 
Sono professionisti, operai e impiegati e tra di loro ci sono molte ragazze sui vent’anni. Alcune di loro, accerteranno gli investigatori, si sono rese disponibili a pagare la dose di cocaina o a saldare i debiti pregressi con prestazioni sessuali consenzienti. Ad accomunare tutti il fatto di essere giovani frequentatori dei locali della movida col vizio della coca. Un consumo a tratti frenetico, che nell’appartamento di via Tre Venezie andava avanti tutta la notte. E che non si è fermato neppure nel lungo periodo in cui la città era blindata a causa del lockdown. 
Per molti di loro, quelli che avevano l’hobby della caccia, sono scattate le procedure che hanno portato al ritiro dei fucili che avevano in casa e del porto d’armi, come previsto dalle normative in materia di consumo di stupefacenti. Per tutti la segnalazione in prefettura come assuntori, che comporterà il ritiro delle patenti di guida, la segnalazione al Serd e l’avvio dei dosaggi per accertare l’eventuale presenza di stupefacenti nel sangue. L’operazione portata avanti dalla Mobile, guidata da Davide Caldarozzi, e chiusa dopo un anno di serrate indagini, ha fatto scattare le manette per Vasco Sabina, 30 anni, ternano, proprietario dell’appartamento di Borgo Bovio ora sotto sequestro preventivo. Una vecchia conoscenza per l’antidroga, che l’aveva arrestato a ottobre con addosso 40 grammi di cocaina. 
In cella anche la sua ragazza, Miriam Piervisani, gli albanesi Dritan Mirdita, coinvolto nell’operazione “Montana” di tre anni fa, suo fratello Emirjon, Mezen Mhadbi, italiano di genitori tunisini, l’egiziano El Said Sourour, arrestato nell’ambito dell’operazione Gotham.

Ai domiciliari in quanto risultano incensurati non avendo condanne passate in giudicato, l’albanese Everest Osmani, il tunisino, Anis Derbali e l’ucraino Vladislav Vapinisky. Gli indagati, la gran parte dei quali sono difesi dall’avvocato Daniela Paccoi del foro di Perugia, giovedì hanno affrontato l’interrogatorio di garanzia con parziali ammissioni. Alcuni di loro sono in attesa di misure alternative alla detenzione chieste dal legale, che potrebbero essere concesse dal giudice, Simona Tordelli, per consentirgli di tornare al lavoro.

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