Terni, Italia Nostra: ambiente, eventi, musei
così la cultura può ripartire

Terni, Italia Nostra: ambiente, eventi, musei così la cultura può ripartire
di Giuseppe Cassio
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Mercoledì 15 Gennaio 2014, 17:11 - Ultimo aggiornamento: 18:12

TERNI Abbiamo bisogno della cultura del “bello”, perché la gente riacquisti fiducia nelle amministrazioni e plauda le iniziative culturali fatte di buon senso. Abbiamo bisogno di spazi di aggregazione e di "identity places". Nessuno lo può negare. Per cominciare a lavorare sulla cultura si dovrebbero allora recuperare gli spazi dismessi, che altre città ci invidiano, e a fare di tutto per rendere le piazze più gradevoli e adeguate ad accogliere grandi eventi, Se si vuole cambiare rotta e salvare la città dalla crisi culturale in cui versa si deve valorizzare il paesaggio, si devono recuperare le testimonianze culturali, si deve tutelare la memoria storica, si devono rivedere gli spazi espositivi e li si deve connettere al territorio. Ecco quindi le nostre proposte. Perché non provare a ipotizzare un Museo archeologico nazionale? Perché non dare una veste definitiva e potenziare in una sede più idonea il museo Paleontologico? Perché non puntare su un Centro Internazionale Valentiniano che diffonda il nome e la cultura valentinana nel mondo? Perché non considerare ad una microrete museale che soddisfi, diversificandone gli interessi, una varietà più ampia di fruitori? L’idea del Museo della cartolina “Virgilio Alterocca”, ad esempio, già segnalato da Italia Nostra due anni fa (che già qualche soggetto politico ha fatto suo), metterebbe in contatto la domanda con lo stock e porterebbe a Terni migliaia di collezionisti grazie a spazi destinati al mercato del settore, ma non solo. I luoghi didattici, come il Museo della Tecnica Industriale e della Matematica, ad es. a Villa Palma, convoglierebbe visitatori da mezza Italia e darebbe l’opportunità di trascorrere anche giornate intere a scolaresche e famiglie nei parchi annessi con iniziative collegate all’argomento. Il Centro per la Conoscenza del Territorio è imprescindibile e dovrebbe essere il punto di partenza da cui iniziare un “grande racconto”, che si snodi nel tessuto urbano attraverso nuovi percorsi tematici; potrà funzionare come museo-risarcimento in cui si ricostruirà con l’aiuto della tecnologia più avanzata, ma anche con il testo scritto e l’immagine, tutto ciò che è andato perduto; ricontestualizzerà le opere d’arte nel loro contenitore di appartenenza e si avvarrà di un Front Office che accoglierà il visitatore. Il museo della Conoscenza del Territorio, il Museo della Cartolina, il Museo della Civiltà Industriale, il Museo della Cascata delle Marmore e delle Cascate del Mondo, il Museo delle Armi leggere, il Centro per la Creatività Contemporanea, un Polo congressi e Centro fieristico (Steel Palace) il “Sam” (Stell Art Museum) ossia la vetrina e l’osservatorio internazionale dell’acciaio dall’arte al design (e non un semplice Museo dell’Acciaio!), dalla produzione domestica al maxi impiego industriale (collocabile ad esempio a Papigno) e nondimeno il luogo princeps della cultura: il Teatro Verdi (un teatro degno di questo nome), dove sarebbe bene convogliare la storia musicale e teatrale della città. Detto questo si deve ricorrere al riavvio di tre eventi culturali annuali. La Corsa del Bravio ad esempio non può essere tralasciata ma va ripresa con più lena; la festa di San Valentino deve essere un momento unico per far conoscere la grande figura taumaturgica del Patrono; il Cantamaggio, da potenziare e mettere in relazione con le iniziative del genere sparse in tutto il mondo. Si deve ripensare a riportare a Terni almeno due concerti annuali di Umbria Jazz.

Si deve ricorrere al recupero della storia contemporanea rendendo fruibili i rifugi antiaerei che messi in rete assumano i tratti di ‘Corridoi della Memoria’. La progettazione culturale deve quindi essere in sintonia con un manifesto culturale che divenga la “magna charta” di chiunque siederà a Palazzo Spada. Vanno assolutamente recisi i legami tra le esigenze di partito e la Cultura in nome del rispetto che questa impone. Si ritiene opportuno che l’amministrazione comunale disegni un nuovo organigramma culturale che veda coinvolto in primis un nuovo Assessorato “per” la Cultura e “per” i Beni Culturali, completamente inedito, che diventi il desktop virtuale per il nuovo volto culturale della città da cui ripartire.

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