Ci sono, probabilmente, anche famiglie ternane in difficoltà. Il banco alimentare dà loro un aiuto per il bisogno primario, ma i problemi che la parola ”integrazione” riassume sono veramente tanti e si vedono lì, tutti insieme, negli occhi timidi delle donne, nelle bocche sdentate dei bambini, nei sorrisi impacciati dei genitori, che rincorrono i ragazzini tra le file di sedie. Certo il cibo unisce ed è cultura: il menù è veramente di buon livello, con tanti piatti di verdure di ogni tipo, oltre alla pasta e allo spezzatino di vitello che mette d’accordo tutti, musulmani e non. I dolci li hanno portati gli ospiti ed è impossibile decretare quello più buono, perchè sono troppi, ciascuno si porta dietro il profumo di un paese lontano: non si possono fare classifiche. E’ festa per tutti tranne che per le cuoche, che continuano a cucinare, anche quando la serata sta per finire: le famiglie passano al tavolone e portano via sacchetti con piatti di pasta sigillata, panini, pezzi di dolci, vassoi di verdure: per il giorno dopo mettere insieme il pranzo con la cena non sarà difficile. Le famiglie se ne vanno con i sacchetti stretti fra le mani ed è il cuore a stringersi guardando la fila dei bambini che seguono i genitori. Ma, forse, un passo avanti è stato fatto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA