Terni, musica e balli col Banco alimentare:
in 700 alla festa di carnevale di volontari e famiglie assistite

Terni, musica e balli col Banco alimentare: in 700 alla festa di carnevale di volontari e famiglie assistite
di Vanna Ugolini
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Mercoledì 5 Marzo 2014, 18:27 - Ultimo aggiornamento: 18:28
TERNI Tu da dove vieni?» «Dal Bangladesh». «E tu?» «Dalla Romania». «E tu?» «Da Terni». Non c’è differenza tra chi siede a tavola alla festa di carnevale organizzata dal banco alimentare insieme a All food, per i volontari e per le famiglie che si rivolgono al banco per chiedere i beni alimentari di prima necessità. Seduti l’uno accanto all’altro, alla stessa tavolata, confusi tra maschere e cappellini, volontari e ospiti si confondo e si conoscono. La cena è una festa vera, dedicata soprattutto ai bambini, con balli, giocolieri e mangiafuoco, gli ospiti stranieri che si producono in danze tipiche dei propri paesi (tra questi una bambina orientale che balla con la musica registrata sul telefonino), e musiche italiane forever green, sempre in tema (non mancherà ”Vorrei la pelle nera” e i ”Watussi” in onore degli ospiti africani, tra cui Eddie Nebo, che, alla fine della serata offrirà, insieme a un amico, the alla menta arrivato direttamente dal Marocco) Una festa vera, ma anche, a guardarla in controluce, il segnale di una grande solidarietà e di una grande necessità. La sala è piena di bambini, di donne col capo coperto che, timidamente si guardano intorno. Ci sono persone che vengono dall’altra parte del mondo o da quella parte dell’Europa segnata più dell’Italia dalla povertà e dalla mancanza e che hanno intrapreso un cammino di vita qui, che risulta comunque difficile e faticoso.
Ci sono, probabilmente, anche famiglie ternane in difficoltà. Il banco alimentare dà loro un aiuto per il bisogno primario, ma i problemi che la parola ”integrazione” riassume sono veramente tanti e si vedono lì, tutti insieme, negli occhi timidi delle donne, nelle bocche sdentate dei bambini, nei sorrisi impacciati dei genitori, che rincorrono i ragazzini tra le file di sedie. Certo il cibo unisce ed è cultura: il menù è veramente di buon livello, con tanti piatti di verdure di ogni tipo, oltre alla pasta e allo spezzatino di vitello che mette d’accordo tutti, musulmani e non. I dolci li hanno portati gli ospiti ed è impossibile decretare quello più buono, perchè sono troppi, ciascuno si porta dietro il profumo di un paese lontano: non si possono fare classifiche. E’ festa per tutti tranne che per le cuoche, che continuano a cucinare, anche quando la serata sta per finire: le famiglie passano al tavolone e portano via sacchetti con piatti di pasta sigillata, panini, pezzi di dolci, vassoi di verdure: per il giorno dopo mettere insieme il pranzo con la cena non sarà difficile. Le famiglie se ne vanno con i sacchetti stretti fra le mani ed è il cuore a stringersi guardando la fila dei bambini che seguono i genitori. Ma, forse, un passo avanti è stato fatto.
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