Incontrò la stampa solo due volte, senza concedere una parola di più rispetto al comunicato ufficiale dell’azienda. Una fama di dura che sembra confermata dal suo curriculum. Dal 2003 è socia fondatrice della Franco Tatò e partners e da allora i cambiamenti sono stati sempre più frequenti, anche due aziende in un anno, spesso da liquidare. Cosa ci fa la super manager all’Ast? Di preciso non lo sa nessuno. Nessun contatto con le istituzioni, niente incontri con i sindacati. Morselli, in questo momento, funziona come una sorta di interfaccia tra il sito ternano e la sede centrale, fa spesso conferenze in video con i colleghi tedeschi e lavora con i manager italiani. La sua presenza, però, preoccupa i più attenti alle vicende delle acciaierie e, probabilmente, anche la politica, che, al momento è più presa dalla campagna elettorale che dal destino di Ast. O, perlomeno, spera che non scoppi qualche grana fino a quando le urne non saranno chiuse. Un clima di totale incertezza che, ovviamente, lascia il campo a qualunque illazione. Sottovoce si fanno già i numeri di quante persone la supermanager suggerirà di tagliare. Soffiate e previsioni, dunque, tante. Ma qualcuno che cerchi di gestire questa seconda parte della vendita di Ast, dopo che la prima non si può dire sia andata liscia, non è pervenuto.
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