Lucia Morselli, una tagliatrice di teste
consulente alle acciaierie di Terni

Lucia Morselli, una tagliatrice di teste consulente alle acciaierie di Terni
di Vanna Ugolini
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Mercoledì 2 Aprile 2014, 15:07 - Ultimo aggiornamento: 18:13
Terni I conti li sa fare sicuramente bene, Lucia Morselli, arrivata da un paio di mesi in Ast in qualità di consulente: è laureata alla Normale di Pisa in Matematica con 110 e lode. Per il resto di lei si sa poco altro: nata il 9 giugno del 1956 a Modena, (la fonte è il suo stesso curriculum che si trova on line) è sposata, ha un paio di master. Il primo in fisica a Roma, il secondo a Torino. Una virata verso l’economia, un Master in business administration, che le ha permesso di entrare immediatamente ai piani alti del mondo del lavoro. Infatti, siamo nel 1982, la Morselli entra in Olivetti. E da lì comincia una carriera via via sempre più rapida: fino al 2010 cambia 17 incarichi, acquisisce esperienze nel campo delle comunicazioni, poi la ritroviamo a Bioera e, successivamente alla Berco: fino al 10 gennaio Morselli era amministratore delegato dell’azienda della Thyssen che sta a Copparo di Ferrara ed è stata protagonista di una durissima trattativa che ha portato a drastici tagli del personale e a un braccio di ferro estenuante con sindacati e istituzioni. Dopo la Berco, la supermanager è stata dirottata a Terni ed è l’oggetto misterioso di cui si parla dentro, ma anche fuori la fabbrica. La sua fama è quella di una dura, una tagliatrice di teste che interviene quando le aziende sono in crisi. Alla Berco, tanto per capirci, fece arrivare 611 lettere di licenziamento e non ebbe mai un incontro con le istituzioni, nemmeno con il pasionario sindaco di Ferrara.
Incontrò la stampa solo due volte, senza concedere una parola di più rispetto al comunicato ufficiale dell’azienda. Una fama di dura che sembra confermata dal suo curriculum. Dal 2003 è socia fondatrice della Franco Tatò e partners e da allora i cambiamenti sono stati sempre più frequenti, anche due aziende in un anno, spesso da liquidare. Cosa ci fa la super manager all’Ast? Di preciso non lo sa nessuno. Nessun contatto con le istituzioni, niente incontri con i sindacati. Morselli, in questo momento, funziona come una sorta di interfaccia tra il sito ternano e la sede centrale, fa spesso conferenze in video con i colleghi tedeschi e lavora con i manager italiani. La sua presenza, però, preoccupa i più attenti alle vicende delle acciaierie e, probabilmente, anche la politica, che, al momento è più presa dalla campagna elettorale che dal destino di Ast. O, perlomeno, spera che non scoppi qualche grana fino a quando le urne non saranno chiuse. Un clima di totale incertezza che, ovviamente, lascia il campo a qualunque illazione. Sottovoce si fanno già i numeri di quante persone la supermanager suggerirà di tagliare. Soffiate e previsioni, dunque, tante. Ma qualcuno che cerchi di gestire questa seconda parte della vendita di Ast, dopo che la prima non si può dire sia andata liscia, non è pervenuto.
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