Scuola, cresce il fronte del no
l'assessore Riccardi sulla graticola

Scuola, cresce il fronte del no l'assessore Riccardi sulla graticola
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Giovedì 2 Ottobre 2014, 13:44
TERNI - Dopo i dirigenti scolastici, anche sindacati e consiglieri comunali si uniscono al coro: Ritirate la delibera di giunta numero 65 sulla riorganizzazione della rete scolastica. Ma la giunta comunale fa quadrato e difende l’assessore Carala Riccardi: «Da Palazzo Spada non sono mai stati rilasciate dichiarazioni inerenti scelte non condivise. L’atto proposto – scrive in una nota il Comune di Terni – è stato esaminato con attenzione e nessuno degli amministratori ha riscontrato elementi che potessero portare a distinguo o a valutazioni non unanimi».



Non la pensano così 14 dirigenti scolastici che già hanno detto al sindaco Leo Di Girolamo quello che pensano: «L’atto va ritirato. Non c’è nessuna legge che imponga tale riorganizzazione. Per giunta qualsiasi decisine in materia deve attendere la conferenza Stato Regione per esaminare le novità che sono emerse dopo la bocciatura della legge che istituisce gli istituti comprensivi».



Insomma, altro che «atto esaminato con attenzione». Il no è stato ribadito anche da tutte le sigle sindacali, compreso lo Snals, il sindaco autonomo della scuola di cui fa parte la Riccardi. «Le istituzioni scolastiche - scrivono Cgil, Cisl, Uil e Snals - per mantenere la propria autonomia devono avere almeno 600 alunni e a Terni non ci sono scuole del primo ciclo sotto tale soglia, quindi il piano è inopportuno».



I sindacati - che ieri si sono incontrati con il sindaco - hanno puntato il dito «anche e soprattutto contro il metodo», riferendosi al fatto che la Riccardi ha ricoperto il ruolo di presidente nella commissione di esperti da lei nominata per studiare la riorganizzazione. Ma anche mezzo Pd (Narciso, Bartolini, Pennoni, Orsini, Piccinini, Masiello, De Santis, Piermatti, Zingarelli e Pantella) chiede chiarimenti con apposito atto di indirizzo e si prepara a dare il ben servito al piano della Riccardi in Consiglio comunale, dove è attesa per «chiarimenti».
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