Terni, la prima dose gratis, poi i furti per pagarsi le altre: così i pusher incastrano i ragazzini

Terni, la prima dose gratis, poi i furti per pagarsi le altre: così i pusher incastrano i ragazzini
di Nicoletta Gigli
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Giovedì 9 Febbraio 2023, 00:25

TERNI - Le botte e le minacce di morte nei confronti dei suoi genitori hanno avuto la meglio sui sentimenti, anche quelli più forti come l’amore di un figlio per sua madre.

Lui, 16 anni, ternano, per saldare il conto per quei pochi grammi di hascisc comprati dal pusher africano alla stazione ferroviaria, ha iniziato a frugare nei cassetti di casa a caccia dei gioielli di famiglia.

Ha preso molti anelli, bracciali e collane di sua mamma e si è affrettato a consegnarli al ventenne magrebino che lo aveva messo spalle al muro.

E che si subito messo all’opera per poter piazzare quei gioielli, del valore di diverse migliaia di euro, in un negozio di compro oro del centro.

La scena che si presenta ai carabinieri del comando stazione di Terni dopo la denuncia del 16enne nei confronti del suo aguzzino, ora in cella a Sabbione, è un pugno allo stomaco anche per gli investigatori.

Nel negozio di compro oro vengono recuperati tutti i gioielli che il minorenne ternano aveva sottratto alla mamma. Ci sono diversi anelli che avevano delle pietre preziose che però sono state già rimosse per poter fondere l’oro.

La certezza è che la delicata indagine dei carabinieri è solo all’inizio. Gli investigatori sono certi che nella rete del pusher magrebino che vive a Marsciano e che da lunedì è rinchiuso in una cella del carcere di Sabbione siano finiti altri ragazzini che frequentano la stazione ferroviaria e quella del bus, in piazzale della Rivoluzione Francese.

Minori che sarebbero stati allettati da un grammo di fumo, ceduto loro anche se in quel momento non avevano la disponibilità di denaro contante.

Il copione sarebbe identico a quello messo in atto nei confronti del 16enne ternano, che alla fine ha avuto il coraggio di denunciare ai carabinieri le botte e le minacce del pusher africano: «Mi hanno beccato per colpa tua, sono finito nei guai con la giustizia e devo pagarmi l’avvocato. Dammi i soldi».

Su questi episodi che sarebbero andati in scena tra la stazione ferroviaria e il terminal bus è puntata la lente d’ingrandimento degli investigatori dell’arma. Che dopo aver messo le manette ai polsi del ventenne accusato di spaccio di stupefacenti a minore, estorsione continuata e violazione del foglio di via obbligatorio, cercano altre possibili vittime del pusher. Nel suo recente passato una lunga lista di precedenti penali: reati contro il patrimonio e contro la persona ed estorsioni, atti di bullismo, percosse e lesioni personali, episodi per i quali l’africano era sottoposto alla misura di prevenzione del foglio di via.

Episodi che si consumano in una città con diversi precedenti sul fronte dei gioielli rubati in famiglia per comprare la droga. «A mia nonna ho rubato 16mila euro di gioielli e di ricordi, pure la fede del marito» ha raccontato al Messaggero Alessia, vent’anni, ternana, tirata fuori da un giro più grande di lei grazie alla comunità incontro.

Più datata l’operazione Lucignolo, col pusher romano che  adescò una trentina di ragazzini ternani nel parco accanto alla chiesa di Santa Maria del Rivo. Prima fumo gratis per tutti, poi le minacce e la pretesa dei soldi, costringendo gli adolescenti a rubare i gioielli di famiglia per rivenderli ai compro oro della città. Quella volta un minore ternano fece sparire dai cassetti di casa sua preziosi per 10mila euro.

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