Ben venga la beneficenza, ha spiegato Ferranti, che, però, ha fatto appello al coordinamento: «Abbiamo veramente così tanto bisogno di defibrillatori o di altro perchè il 118 migliori le proprie performance?». Insomma, coordiniamo gli sforzi con chi lavora ogni giorno sul territorio, è l’appello di Ferranti. «Se davvero si ritiene essenziale acquistare dei defibrillatori, sarà opportuno metterli in rete con il sistema di emergenza 118, unico assente all’iniziativa ed unico titolare, per legge e per pratica della defibrillazione sul territorio».
Perchè comunque, i defibrillatori sono oggetti delicati, che necessitano di manutenzione e di persone capaci di usarli: «Che fine facciamo fare a questi strumenti se non si gestiscono periodicamente lo stato di carica delle batterie, la scadenza degli accessori, l'efficienza dell’energia e del software? Quale eventuale destinazione dare a questi strumenti affinché vengano allocati in punti strategici, dove possono essere maggiormente utili al sistema di emergenza? A chi affidare i defibrillatori e soprattutto chi formare che sia poi veramente in grado di usarli? Queste ed altre domande mi sarebbe piaciuto rivolgere ai promotori di quella manifestazione. Tutte domande a cui è possibile dare una risposta solo se si costituisce un tavolo nel quale i soggetti che hanno titolo lavorano in modo sinergico per il bene dei cittadini. Abbiamo esperienza già in passato di iniziative dello stesso genere purtroppo miseramente fallite».
Il progetto Terni città cardio protetta, si spiega sul sito del Comune «prevede che i defibrillatori vengano collocati in alcune zone strategiche della città. Il progetto è nato con l'obiettivo di trasformare, attraverso una appropriata formazione, il maggior numero possibile di cittadini in laici rianimatori di primo soccorso».
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