Michele Martella, la Ternana e la vita da freak

Michele Martella, la Ternana e la vita da freak
di Giuliana Scorsoni
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Venerdì 2 Aprile 2021, 22:19 - Ultimo aggiornamento: 22:54

In attesa della partita del 3 aprile 2021 che potrebbe decretare la promozione matematica della Ternana in serie B proponiamo le interviste più belle fatte durante l'anno. 

Si chiude una porta e si apre un portone e a lui, dallo humor tipicamente inglese, da quella della Ternana si aprì quello del Chelsea. Michele Martella, classe di ferro 1955 ( commento dello stesso intervistato), dal 1988 a capo dello staff medico della Ternana calcio, nel 2004, durante l'interregno della presidenza Longarini, si prende una "pausa di riflessione" e vola oltre Manica, non senza dolore. Autista sotto casa e chef a disposizione: ricorda sorridendo. Ci pensa Zadotti, nel 2011, a riportarlo “all'ovile”. Curriculum scolastico da paura. A tredici anni è già iscritto al IV ginnasio del liceo classico Cornelio Tacito di Terni (gli fecero saltare la V elementare, stava troppo avanti). Diventa "capo popolo". Siamo in pieno sessantotto. Nel liceo ternano imperversa Oreste Scalzone. Lui diventa presidente dell'assemblea del liceo. Sette in condotta per tutti e cinque gli anni. Una classe “particolare”, sospesa per aver aderito in blocco ad uno sciopero, forgiata nel fisico e nella mente da due “mostri sacri” che hanno terrorizzato centinaia di studenti ternani: la Gherardi e la Elia.

 Da quella classe sono usciti 18 medici, un ingegnere, un magistrato (Nando Pierucci) e un avvocato che risponde al nome di Massimo Minciarelli. L'università a Perugia, tutti 30 e 30 lode, due soli 28. La specializzazione in Medicina dello sport e in cardiologia su pressing del suo relatore di tesi, il professor Valori. Sono gli anni del praticantato gratuito in corsia. Le notti alla guardia medica per tirar su due lire. L'apertura dello studio privato. Si arriva così all'estate del 1988. Le valigie pronte per Ischia, le vacanze con Caterina, sposata un anno prima ed ecco la telefonata di tal Ernesto Bronzetti. Michele capisce che è uno sliding doors e, in un attimo, si ritrova a Cascia in ritiro con le Fere e la dolce Caterina a Terni, a quaranta gradi, con un condizionatore regalotole per farsi perdonare. Caterina, la donna della vita da ben quaranta anni. E' dolce, paziente, resiliente ed equilibrata. La prima uscita a quattro, amica della fidanzata di un amico, al cinema: «Un film di Visconti...una pizza...».

Diciamo che non fu un colpo di fulmine. Caterina allo stadio va se trova compagnia, i tempi di Gambino e di Agarini sono quelli che la coinvolsero di più. Insieme sono una coppia molto impegnata nel sociale, con i Lions (di cui Michele ha ricoperto vari incarichi anche a livello nazionale) sostengono orfanotrofi e famiglie in difficoltà. Eletto ininterrottamente nel consiglio dell'ordine dei medici dal 1980 al 2004 è stato anche Vice Presidente dell'associazione medici italiani di calcio, membro della commissione della Lega di serie B e membro della commissione europea. Di infortuni ne ha visti tanti, ma quello che ancora ricorda è lo shock midollare, a seguito di scontro di gioco, di Marco Schenardi.  Di giocatori ne rammenta uno su tutti: Ciccio Grabbi. Se gli chiedi dei presidenti avuti, fa il nome di Gelfusa e scoppia a ridere:Ma nel suo cuore c'è solo “un capitano”, “il” capitano: Lello Sciannimanico.. Altro calcio, altri tempi, altre amicizie, come quella che lo lega a Fabrizio Fabris e che gli fa ricordare un'altra grande Fera, con un soffio di commozione: Paolo Doto.

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