Ternana, Bandecchi chiama i tifosi e scuote le istituzioni: "Voglio un pubblico numeroso, senza centro sportivo niente serie A"

Ternana, Bandecchi chiama i tifosi e scuote le istituzioni: "Voglio un pubblico numeroso, senza centro sportivo niente serie A"
di Paolo Grassi
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Venerdì 21 Ottobre 2022, 00:06

Niente centro sportivo? Niente serie A. L'appello ai tifosi perché facciano «il loro lavoro», come fanno la squadra con i risultati e la dirigenza con gli sforzi economici, perché pure tifando Fere si può «cambiare Terni». Il presidente della Ternana Stefano Bandecchi è determinato, soprattutto sulla questione di "Ternanello", con il ricorso al Tar di un comitato formatod a due famiglie, che intanto perde qualche colpo, con una persona, Maria Rosaria Morelli, che si ritira. Blitz in elicottero. Atterra al Taddei mentre la squadra si allena a porte chiuse al Liberati. Una presenza non legata a stadio, clinica, PalaTerni, o politica, ma ad altre questioni. Sale in auto con il vicepresidente Paolo Tagliavento e si allontana. Poi, i due tornano. Il presidente va a salutare la squadra, notato da fuori dallo stadio da tre tifosi che erano all'ombra. Un po' di tempo lì, mentre si sente un applauso dal campo. Prima di andare via, accetta di scambiare due parole. Tra lui e il taccuino del cronista, i cancelli dello stadio.

Presidente, è qui per caricare la squadra?

«Per affari.

Ma è stato giusto e doveroso venire a salutare i ragazzi».

L'applauso sentito da fuori?

«Glielo spiego. Ho cercato di tirare un rigore, con Defendi in porta. Ma ho tirato fuori».

Sabato c'è Ternana-Genoa. Può essere un altro passo verso qualcosa di importante?

«E' solo la decima partita. Mancano una ventina di punti alla salvezza, la classifica è ancora corta, io non farei sogni particolari. Certo, dobbiamo ammettere di avere una squadra ben disegnata. I ragazzi, li vedo seri in allenamento. Potremmo avere la soddisfazione di fare un anno... simpatico. La tifoseria ci deve aiutare».

La prevendita viaggia sulle 10.000 presenze allo stadio. E' contento?

«No. Abbiamo fatto anche 12.000. Se volete arrivare in cima, dovete darci una mano. Noi facciamo uno sforzo disumano. Anche a me può capitare, un volta, di venire qui dopo aver lavorato tutta la settimana e rompermi le scatole. E' un lavoro. Lo è anche per la tifoseria. Vogliamo cambiarla, Terni? Veniamo a tifare la Ternana».

I tifosi presenti fuori gli dicono: «Presidente! Noi siamo abbonati!». La risposta: «Bene! Siete le persone giuste».

Questione clinica. Il sindaco Leonardo Latini fa sapere che in Regione si aprono spiragli su un riequilibrio nella sanità. E' ottimista?

«Per me la vita è fatta di fatti, non di spiragli. Voglio fare stadio e clinica. Il resto è tutta fuffa. Aspetto i fatti. Non mi "tolgono la sete col prosciutto" dicendomi che rivedranno le misure. Che vuol dire? Dicano "sì" o "no", a un progetto che risponde alla legge stadi».

Si aspetta una risposta entro il 7 novembre?

«Io temo, invece, che per quella data non avremo risolto niente. Mi sa che sarà "ammuina", ancora una volta».

Sul centro sportivo e sul ricorso al Tar, ha novità?

«Senza centro sportivo, o senza inizio dei lavori, anche se la Ternana dovesse guadagnarsi la promozione, non andrà in serie A. Rifarà la serie B. E' una promessa che il presidente fa alla città. Senza centro sportivo, la serie A sarebbe un'agonia. Scenderemmo dopo un minuto. Dobbiamo essere seri. Oggi non siamo da serie A, nè da serie B. Non per la squadra, ma per le infrastrutture».

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