Terni, il Covid ferma le corse ma non la vita: il taxista diventato padre durante la pandemia

Terni, il Covid ferma le corse ma non la vita: il taxista diventato padre durante la pandemia
di Riccardo Marcelli
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Martedì 12 Maggio 2020, 23:38
TERNI Alla stazione di Terni fermano pochissimi treni provenienti da Roma ogni giorno. I dipendenti delle multinazionali che non abitano nel comprensorio lavorano quasi tutti in smart-working. Ecco allora che tra i lavori che più hanno risentito del Coronavirus c’è quello del tassista. Pochi, pochissimi, i clienti che decidono di viaggiare a bordo delle auto bianche che solitamente sostano nel parcheggio della Stazione o in quello di piazza della Repubblica. Il rischio? Quello di soffrire di solitudine.
"Il lavoro è calato tantissimo", rivela Andrea Elisei, uno dei tassisti del comune di Terni. Per fortuna la natura non interrompe le sue leggi. E poco prima di Pasqua ad Andrea è nata una bambina: Maria Antonietta. E la corsa quindi verso il futuro continua. Prego inserisca il tachimetro. "Nei primi giorni dell’emergenza –racconta Andrea Elisei- abbiamo lavorato. Anche con viaggi piuttosto lunghi perché i treni si fermavano o portavano ritardo, di conseguenza abbiamo provveduto a far raggiungere le destinazioni volute ai clienti". In sicurezza? "Assolutamente sì. Forse la nostra è stata la prima categoria a sanificare gli ambienti di lavoro, in questo caso le nostre automobili, provvedendo noi stessi a pulizie aggiuntive dopo ogni corsa".

I tassisti ternani, insomma, hanno provveduto autonomamente a gestire il rischio sanitario, esponendosi in prima linea, cercando di garantire un servizio essenziale aggravato senza dubbio dalle condizioni di incertezza. Poi cosa è successo? "Quando è cominciato il blocco –prosegue Andrea Elisei- trasportare le persone fuori comune è diventato complicato, se non per reali esigenze e motivi più che validi". Quale è l’identikit delle persone che solitamente trasportate? "Generalmente sono persone anziane che debbono andare a fare la spesa o a fare qualche commissione. Qualche corsa per raggiungere il posto di lavoro. Sono diminuite vertiginosamente le corse verso l’ospedale, visto che è chiuso al pubblico".

Però una corsa speciale verso il Santa Maria l’ha effettuata proprio Andrea Elisei qualche giorno prima di Pasqua: "Sono diventato padre di Maria Antonietta –racconta con la voce rotta da un velo di emozione- Così si chiamava mia madre ed insieme alla mia compagna Eleonora Cafasso abbiamo deciso di darle questo nome. Sono chiaramente felice perché questa nascita avvenendo in un momento particolare della nostra storia, dà speranza per il futuro". Magari si godrà pure di più la bambina in questi primi giorni? "A Pasqua e Pasquetta ho avuto un cliente –risponde Andrea Elisei- certamente è bello godersi questi primi giorni di vita a casa, cercando di organizzare la nostra nuova modalità di convivenza". Vedere nascere e crescere una bambina in piena pandemia significa che la vita ha il sopravvento su tutte le difficoltà. Il tachimetro si ferma. Ma questa volta la corsa è gratis. di Riccardo Marcelli
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