Coronavirus, i medici di famiglia
pronti ad effettuare i tamponi

Coronavirus, i medici di famiglia pronti ad effettuare i tamponi
di Umberto Giangiuli
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Giovedì 17 Dicembre 2020, 13:08

TERNI L’accordo è in dirittura d’arrivo. Anche i medici di base potranno eseguire i tamponi ai propri assistiti. La macchina organizzativa è pronta per partire anche se non senza qualche malumore tra l’Ordine del medici presieduto da Giuseppe Donzelli e Simonetta Centurione segretario di Terni della Fimmg (Federazione medici di medicina generale) il sindacato che conta il maggior numero di iscritti. Da parte sua il commissario dell’Usl2 Massimo De Fino non si è fatto trovare in contropiede ed ha in magazzino già pronti gli scatoloni di tamponi che dovranno venire distribuiti ai circa 150 medici di famiglia. Quello che adesso manca, però, sono i presidi di protezione individuale che dovrebbero essere forniti quanto prima dalla Protezione Civile. La Centurione, anch’essa medico di base, non ha nessun dubbio: «I pazienti li vaccinerò nel mio ambulatorio con tutte le accortezze che la legge sulla pandemia prevede, gli altri colleghi hanno il diritto di comportarsi come vogliono». Il problema e che non tutti gli ambulatori dei medici di famiglia hanno le stanze necessarie e lo spazio disponibile per fare pure i tamponi, oltre che le solite visite settimanali, e questo diventa un problema per la disinfezione dei locali e del distanziamento tra un paziente e l’altro, perché se è vero che i tamponi vengono fatti su appuntamento, è altrettanto vero che, dopo l’eventuale paziente positivo al tampone, la stanza è da sanificare, per non rischiare di contagiare chi viene dopo in quell’ambulatorio. Insomma un bel problema che, però, il presidente Donzelli in parte l’ha risolto. Come? «L’Uls, nella persona del commissario Massimo De Fino, per venirci incontro: metterà a disposizione dei medici di base dei locali e ognuno, in modo organizzato, potrà usufruire di quei locali e fare lì i tamponi ai propri pazienti evitando così l’ambulatorio. Questa soluzione - spiega il presidente dell’Ordine – trova d’accordo la stragrande maggioranza degli iscritti all’Ordine e tra qualche giorno la campagna tamponi comincerà». «Alla fine – riprende la dottoressa Centurione- ognuno si comporterà come crede. C’è chi il tampone lo vorrà fare nell’auto, chi in un’altra parte, ma comunque tutti i medici sono d’accordo». A sostegno della sua posizione Giuseppe Donzelli fa un esempio: «I medici di medicina generale che operano in città si sono messi insieme e visitano a giorni alterni nello stesso ambulatorio. Mettiamo il caso che viene scoperto un paziente positivo, quell’ ambulatorio verrà chiuso per qualche giorno per poter rispettare tutti i protocolli previsti dalla pandemia, ed essendo quegli ambulatori chiusi, i medici non avrebbero più la possibilità di potere visitare i propri pazienti. Ecco perché la soluzione migliore per fare tamponi sarebbe quella di farli al di fuori del proprio ambulatorio.

Ma che si comincia è fuori di dubbio».

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