La più giovane ha 80 anni, la più anziana quasi 100. La loro è sempre stata nel tempo un'oasi di pace, preghiera, silenzio, riflessione, condivisione, amore, nell'attesa di tornare, serenamente alla casa del Padre.
Sul finire del mese di marzo del 2020, però, alla Casa di San Bernardino delle Suore Francescane di Maria a Porano è arrivato il Coronavirus. E così, nel convento che oggi è una residenza che si occupa di suore anziane e bisognose di cure, le giornate della madre superiora, suor Paola Dal Pra, 70 anni, sono diventate frenetiche, a volte tristemente dolorose, a volte preoccupanti, a volte anche piene di gioia e commozione, sicuramente tutte vissute con la fede nel cuore e circondate dalla grande solidarietà del comune di Porano e non solo.
Oggi le sorelle ospiti sono 35, tutte molto anziane e malate: prima dell'uragano Coronavirus erano 39, prima che il contagio, unito alle condizioni già preoccupanti delle consorelle, portasse in cielo quattro di loro, due suore di 91 anni, una di 90 e una di 103 anni.
Suor Paola. «E' stato un periodo difficile – racconta suor Paola – non ci rendevamo conto di cosa stava succedendo.
Intorno alle “suore di Porano”, ormai tutti le chiamano così, è nata una rete di solidarietà che non le abbandona mai: «E' vero siamo una grande famiglia – dice Suor Paola – economicamente poi siamo aiutate dalle consorelle di tutto il mondo. Siamo al centro della Provvidenza». Una Provvidenza che le ha portate fin nelle preghiere di Sua Santità Papa Francesco che a loro ha inviato tanto materiale di protezione e la sua benedizione tramite la visita del Cardinale Konrad Krajewski, suo elemosiniere. «Quel giorno è stata una grande sorpresa – racconta Suor Paola – a ricevere però il Cardinale sono state solo le infermiere, lo dobbiamo ringraziare tanto. Così come dobbiamo ringraziare tutti i volontari che ci hanno aiutato e ancora oggi non ci fanno mancare nulla.» Tra coloro che più sono stati accanto al convento c'è senza dubbio il sindaco di Porano, Marco Conticelli: «La vicenda dei contagi della Casa di San Bernardino ha avuto una risonanza nazionale di cui avremmo fatto volentieri a meno - ammette il sindaco - anche se proprio in quel momento di buio si è accesa la luce della solidarietà. Il ringraziamento più grande però sarà sempre per il personale che lavora all’interno della struttura e che non ha mai abbandonato le suore.»
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