Suarez, 10 indagati tra cui Paratici (Juve). De Micheli coinvolta: «Nulla a che fare con l'esame»

Suarez, 10 indagati tra cui Paratici (Juve). Nelle carte la De Micheli: «Nulla a che fare con l'esame»
di Michele Milletti e Egle Priolo
4 Minuti di Lettura
Venerdì 4 Dicembre 2020, 14:18 - Ultimo aggiornamento: 5 Dicembre, 08:55

PERUGIA - Per l'esame «farsa» di Luis Suarez all'Università per stranieri, oltre a rettore, direttore generale e dipendenti dell'ateneo, risultano indagati anche i manager della Juventus che, secondo le accuse, avrebbero chiesto di accelerare le pratiche.

Caso Suarez, spuntano appalti sospetti e altri favori

La Juventus conferma, con una nota pubblicata sul suo sito web, che oggi «è stata notificata a Fabio Paratici un'Informazione di garanzia e sul diritto di difesa».

Il reato ipotizzato dalla Procura di Perugia, precisa il club «è esclusivamente l'articolo 371 bis» del codice penale, ovvero false informazioni al pubblico ministero. In totale, sono 7 gli indagati nel procedimento della procura di Perugia sul cosiddetto 'Caso Suarez' elencati nella misura interdittiva spiccata dal gip (a cui si aggiungono altri avvisi di garanzia inviati a manager e legale della società). Tra essi figura anche l'avvocato torinese Maria Turco, indicata come «legale incaricato dalla Juventus» per l'allestimento dell'esame di italiano del calciatore nell'Ateneo umbro. L'ipotesi di reato, in concorso, è il falso ideologico. Secondo la nota di via Fiorenzo Di Lorenzo, gli accertamenti investigativi hanno consentito «di comprendere come, nei primi giorni del mese di settembre del 2020, la dirigenza del club torinese si fosse attivata, anche ai massimi livelli istituzionali, per “accelerare“ il riconoscimento della cittadinanza italiana nei confronti di Suarez, facendo, quindi, ipotizzare nuove ipotesi di reato a carico di soggetti diversi dagli appartenenti all'università, tuttora in corso di approfondimento».


L'indagine quindi va avanti, con tutti gli indagati che avranno modo di dimostrare la correttezza del proprio operato, con la Juventus che ha più volte ribadito l'estraneità del club alle ipotizzate pressioni per l'esame del bomber uruguaiano. Nella nota, la società «ribadisce con forza la correttezza dell’operato di Paratici e confida che le indagini in corso contribuiranno a chiarire la sua posizione in tempi ragionevoli».

Caso Suarez, si muove anche la Procura della Corte dei Conti

Stamattina, poi, notificata a quattro indagati l'ordinanza di applicazione della misura cautelare interdittiva della sospensione dall'esercizio del pubblico ufficio: sospesi per otto mesi la rettrice dell'Università per stranieri di Perugia Giuliana Grego Bolli, il direttore generale Simone Olivieri, la professoressa Stefania Spina e il componente della commissione “Celi Immigrati” Lorenzo Rocca. Ipotizzati la violazione del segreto d'ufficio finalizzata all'indebito profitto patrimoniale e falsità ideologiche in atti pubblici. 

 

Coinvolta De Micheli

Il direttore sportivo della Juventus Fabio Paratici avrebbe anche contattato il ministro dei Trasporti Paola de Micheli, sua amica di infanzia, «per velocizzare la pratica ministeriale di riconoscimento della cittadinanza italiana nei confronti di Suarez». È quanto emergerebbe dalle carte dell'inchiesta della procura di Perugia e del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza secondo le quali il ministro diede a Paratici il contatto del capo di gabinetto del Viminale Bruno Frattasi.

De Micheli, la precisazione

La ministra Paola De Micheli precisa in una nota che «come dichiarato anche ai magistrati in qualità di persona informata sui fatti, lo scorso settembre il dirigente della Juventus, Fabio Paratici, mio amico di infanzia e originario della mia stessa città, mi ha contattata per avere informazioni su come completare la pratica per il riconoscimento della cittadinanza italiana del calciatore Luis Alberto Suárez Daz. Non avendo conoscenza della procedura specifica, ho chiamato il capo di gabinetto del ministero dell'Interno, Bruno Frattasi, per anticipargli che sarebbe stato contattato da un dirigente della Juve che aveva bisogno di avere informazioni necessarie per completare la pratica per il riconoscimento della cittadinanza italiana di Suarez. Ogni racconto differente da questi fatti è pura strumentalizzazione che non corrisponde a quanto accaduto realmente, dal momento che non ho nulla a che fare con la procedura d'esame d'italiano di Suarez, oggetto dell'inchiesta», conclude la nota.

© RIPRODUZIONE RISERVATA