Suarez, l'esame della rettrice dura pochi minuti: scena muta davanti al giudice. La Regione: «Passo indietro»

Giuliana Grego Bolli in tribunale
di Federico Fabrizi e Egle Priolo
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Giovedì 10 Dicembre 2020, 09:23 - Ultimo aggiornamento: 09:37

PERUGIA Regione, Provincia e Comune chiedono alla rettrice dell’UniStranieri Giuliana Grego Bolli di dimettersi. Lei fa scena muta di fronte al gip. Intanto, a Palazzo Gallenga, uno dei “papabili” nuovi direttori generali dell’ateneo scrive alla prorettrice per spiegare che non potrebbe accettare l’incarico. In questo clima, oggi, si riuniscono senato accademico e cda per tentare di trovare una soluzione.

La governatrice Donatella Tesei, il sindaco di Perugia Andrea Romizi, il presidente della Provincia di Perugia Luciano Bacchetta scelgono di parlare ad una sola voce e invitano – ormai neanche troppo delicatamente – la prof di glottologia Giuliana Grego Bolli a mollare il rettorato. «Auspichiamo un atto di responsabilità che porti i destinatari delle misure interdittive a fare un passo indietro, per il bene dell’Università». I tre si sono incontrati ieri mattina e hanno impiegato pochi minuti a trovarsi d’accordo. Tesei ha parlato del caso UniStranieri anche con il ministro Manfredi rimarcando un punto: «E’ una delle più importanti istituzioni culturali cittadine, è stata e dovrà continuare ad essere fiore all’occhiello per l’intera regione». E se non fosse chiaro, Tesei, Romizi e Bacchetta aggiungono: «Le vicende giudiziarie seguiranno il loro corso, ma è necessario un rapido avvicendamento della “governance” e della struttura amministrativa universitaria per tutelare al meglio l’immagine, il funzionamento e il futuro dell’Università per Stranieri». 
Sulla stessa linea il deputato Pd Walter Verini: «Ho rappresentato al ministro Manfredi tutta la preoccupazione per la crisi di credibilità dell’istituzione che deve essere pienamente recuperata. Appare ragionevole auspicare che da parte dei vertici siano compiuti tutti i passi necessari per separare le vicende penali da quelle istituzionali».
Ad attendere le dimissioni del rettore, ormai, anche buona parte dei docenti della Gallenga. La prorettrice Dianella Gambini, ieri, ha ricevuto la mail di uno dei dipendenti che potevano essere indicati per il ruolo di direttore generale: un “no grazie” preventivo.

Come anticipato ieri dal Messaggero, per quel ruolo serve un funzionario, ma nella pianta organica della Stranieri non ce ne sono. Il rischio sarebbe una pericolosa forzatura delle regole. Oggi la prorettrice incontrerà cda e senato, che potrebbe avviare la procedura di sfiducia alla Grego Bolli, aprendo la strada all’azione del collegio di disciplina interno.

L’INCHIESTA
Intanto ieri sono iniziati gli interrogatori di garanzia davanti al gip Piercarlo Frabotta che per Grego Bolli, il dg Simone Olivieri, la professoressa Stefania Spina e l’esaminatore Lorenzo Rocca ha disposto la sospensione dal lavoro per otto mesi per l’esame «farsa». Le prime a presentarsi davanti al giudice sono state la rettrice e la professoressa accusata di aver passato il compito a Suarez cinque giorni prima della prova. Entrambe difese dallo studio del professor David Brunelli, hanno però scelto di non parlare al gip: si sono infatti avvalse della facoltà di non rispondere in relazione ai reati contestati di violazione del segreto d’ufficio e falsità ideologiche. Nessuna dichiarazione neanche all’entrata e all’uscita del tribunale di via XIV Settembre, dove invece oggi sono attesi il direttore generale Olivieri, assistito dall’avvocato Francesco Falcinelli, e Rocca, difeso da Cristiano Manni. Entrambi dovranno rispondere alle domande sugli accordi con la Juventus durante le telefonate con avvocati e manager agli inizi di settembre e c’è la possibilità che anche il dg sospeso (Rocca è stato già sentito dagli inquirenti pochi giorni dopo l’esame) decida di raccontare per la prima volta la sua verità e contestare le gravi accuse che gli vengono mosse. A suo carico, infatti, la procura di Raffaele Cantone ha avviato indagini per dei presunti casi di corruzione (lavori in casa in cambio di appalti alla Stranieri) emersi dopo gli esposti di un ex alto dirigente dell’ateneo. Accuse di cui Olivieri, tramite il suo avvocato, ha già «fermamente e radicalmente» negato la fondatezza. 

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