Una passeggiata in un parco lungo le sponde del fiume Nera si è trasformata in un incubo per una ragazza ternana di appena 16 anni, aggredita e violentata da quelli che pensava fossero suoi amici, anche loro di 16 e 17 anni. Dopo le violenze, ha trovato la forza di raccontare tutto alla mamma che l’ha accompagnato in caserma, dove è stata ascoltata dal personale specializzato ed ha raccontato quei trenta minuti di inferno.
Le indagini, coordinate dalla procura dei minori di Perugia, hanno portato all’arresto per violenza sessuale aggravata di due ragazzi minorenni egiziani, ospitati da oltre tre mesi in una struttura di prima accoglienza per minori stranieri non accompagnati in Valnerina, che si trovano attualmente nel carcere minorile di Firenze.
ZONA ISOLATA
Il presunto stupro è stato portato a termine nei pressi di una pese della Valnerina ternana, in una zona isolata e boschiva, lungo le sponde del Nera, ai margini di un parco attrezzato frequentato dagli abitanti della zona.
La giovane studentessa, residente a Terni, era andata a passare un periodo di vacanza a casa di alcuni parenti in Valnerina ed aveva conosciuto in paese i due ragazzi con i quali era nata un’amicizia, fatta di incontri in piazza e serate passate insieme.
Il gran caldo ha convinto il gruppetto a fare una passeggiata fino al fiume per trovare un po’ di refrigerio. La sedicenne ha raccontato di essersi fidata dei due giovani, tanto da aver accettato senza problemi il loro invito, ma quando sono arrivati in una zona nascosta dalla vegetazione ci sarebbe stata la violenta aggressione, con i due che non si sarebbero fermati neanche dopo le grida di aiuto della minorenne, portando così a compimento le violenze. Poi, lei si è allontanata velocemente verso la casa in paese dei suoi parenti. Gli zii hanno subito capito che era successo qualcosa di terribile, perché la sedicenne si era richiusa in camera, piangendo.
LA DIFESA
Durante l’interrogatorio di garanzia i due si sono difesi riferendo che la ragazza si era inventata tutto e che non le avevano fatto nulla, solo una passeggiata per distrarsi un po’. Ma per la procura le prove e gli indizi raccolti sono stati ritenuti sufficienti per portarli direttamente in carcere vista la gravità del fatto e la personalità dei due minorenni che potrebbe reiterare il grave reato. Alcuni testimoni avrebbero confermato la versione della ragazza, così le visite effettuate all’ospedale Santa Maria.
I due minorenni egiziani sono difesi gli avvocati ternani Lorenzo ed Enrico de Luca che chiedono prudenza nei giudizi: «Vogliamo accertare anche noi la verità - dicono - ma la storia ancora ha dei contorni da decifrare e abbiamo chiesto l’incidente probatorio come ha fatto la procura stessa». Intanto, la giovane ternana ha iniziato un lungo e tortuoso percorso con alcuni psicologi specializzati. È tornata a scuola, ma le ferite sono ancora profonde e, probabilmente, indelebili.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout