Spoleto, gli arrestati si difendono: «Accerchiati, scappati per paura. Non ci siamo accorti di aver investito Filippo»

Spoleto, gli arrestati si difendono: «Accerchiati, scappati per paura. Non ci siamo accorti di aver investito Filippo»
di Ilaria Bosi
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Domenica 16 Agosto 2020, 01:01 - Ultimo aggiornamento: 17 Agosto, 07:47

«Siamo stati accerchiati, abbiamo avuto paura e non ci siamo resi conto di averlo investito». Suona più o meno così la versione dei tre ragazzi di 18, 19 e 23 anni, residenti tra Bastia e Assisi, arrestati dai carabinieri per la morte del 25enne spoletino Filippo Limini.
 

L'interrogatorio


I tre sono stati sentiti per ore degli inquirenti, che li hanno rintracciati mentre dormivano nelle rispettive abitazioni, poco dopo la tragedia. Secondo la versione fornita, ancora tutta da verificare, la lite sarebbe esplosa davanti alla discoteca, per futili motivi, e degenerata nel parcheggio non distante dal locale.

«Il loro gruppo era più numeroso del nostro - hanno detto in sostanza i tre giovani, per ora accusati di rissa aggravata e omicidio preterintenzionale - hanno colpito la nostra auto con violenza e siamo scappati». Una versione ancora tutta da verificare, così come la natura dei danni riportati dalla Opel che ha ucciso Filippo e che gli arrestati attribuiscono alla comitiva di Spoleto. Dopo ore di interrogatorio, i tre ventenni sono stati trasferiti nel carcere di Capanne. 


Spoleto sotto choc per Filippo, investito e ucciso dopo una rissa


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