Il magistrato Marco Stramaglia:
«Ecco come gli spacciatori
si adattano alle restrizioni anti-covid»

Il pm Marco Stramaglia
di Corso Viola di Campalto
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Sabato 6 Marzo 2021, 08:09

TERNI Il pubblico ministero Marco Stramaglia ha coordinato le indagini dei carabinieri sul vasto giro di cocaina che ha portato alle sei ordinanze di custodia cautelare. Sia i due marocchini, Jawad El Hasbi e Moncif Gueddad, che il ternano Daniele Barbanera, erano già stati arrestati circa un anno fa durante un’altra operazione dei carabinieri chiamata “Mastro birraio” che aveva smantellato una vasta organizzazione criminale che gestiva lo spaccio in vari punti della città, dai parchi alla zona della movida. 
Un’indagine che consentì di individuare centinaia di assuntori, alcuni dei quali a loro volta dediti ad un’illecita attività di spaccio a cascata.
E nell’ordinanza del gip, Simona Tordelli, era stato ricostruito il “ruolo di spicco” sempre del marocchino di El Hasbi, che organizzava e dirigeva, come adesso, i rifornimenti di droga dall’Abruzzo, sempre da Avezzano, «per soddisfare le incessanti richieste provenienti dalla sua rete di spaccio». Dopo gli arresti il carcere, durato poco tempo. Ma i tre appena usciti dall’istituto di vocabolo Sabbione hanno deciso di ricostituire la rete dello spaccio, rifornendosi della droga sempre dall’Abruzzo. 
Ma hanno cambiato modus operandi per colpa delle restrizioni anti-covid, cercando di non farsi vedere troppo in città, ma nascondere la partita di cocaina settimanale nel boschetto lungo la superstrsda Terni-Rieti, prelevando solo quello che necessità per i giorni successivi.

Una riorganizzazione che aveva portato ad alzare anche il prezzo delle dosi di cocaina, per clienti disposti a tutto pur di ottenere la polvere bianca. A tracciare le nuove modalità d i spaccio Covid emerge anche dalle parole del pm: «Questa indagine ha, fra le altre cose, il pregio di aver scoperto canali secondari, lontani dai centri urbani - ha detto il magistrato Marco Stramaglia, a margine della conferenza stampa tenuta nella caserma dei carabinieri - per la gestione della loro attività e come il mercato dello spaccio si stia adattando alle limitazioni della pandemia, trovando altre vie per soddisfare una domanda che a Terni è ancora molto alta. Quindi con incontri in zone nascoste e defilate e la droga celata in un bosco, sotto terra. Ci sono tutti gli elementi per dire che il lavoro di chi ha indagato è stato affatto semplice ma decisamente ben riuscito. In questo senso i carabinieri hanno dimostrato capacità di adattamento al nuovo contesto socio-economico, con l’utilizzo di tecniche investigative efficaci contro queste nuove forme di spaccio».

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