Andrea Costa, sottosegretario alla Sanità: «Le Regioni mai restate senza vaccini. Ora pensare a riaperture e controlli»

Andrea Costa, sottosegretario alla Sanità: «Le Regioni mai restate senza vaccini. Ora pensare a riaperture e controlli»
di Vanna Ugolini
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Venerdì 16 Aprile 2021, 12:26

Andrea Costa, sottosegretario alla Sanità, in visita oggi all'ospedale di Terni, «per stare vicino ai territori, perchè mai come in questo momento la politica deve essere coesione, deve stare vicino alle persone, essere ascolto e disponibilità»
Sottosegretario, lei ha delega all'edilizia sanitaria. Il Ternano è la parte dell'Umbria con le strutture sanitarie più vecchie. Pensa sia una missione possibile ottenere i finanziamenti per realizzare una nuova struttura?
«La pianificazione è di competenza delle Regioni e quindi la decisione spetta al territorio. Certamente possiamo dire che da qui ai prossimi mesi avremo risorse da mettere in campo e, quindi, se dal territorio si manifesta questa necessità credo sia dovere del governo dare un risposta positiva. La sanità sarà un asset importante del Recovery. Questa pandemia ha messo in evidenza che bisogna tornare a investire in sanità»
Quale sarà la politica sanitaria del prossimo futuro? Aziende uniche centralizzate o una sanità più diffusa sul territorio?
«Dobbiamo investire fortemente sulla medicina del territorio, certamente anche in strutture ospedaliere ma la medicina territoriale sarà un asset importantissimo per dare risposte ai cittadini. La strada è quella».
Medici in prima linea, prima eroi ora quasi dimenticati.
«No, siamo grati a chi ha lavorato e sta lavorando per far fronte a questa pandemia. E' stata raggiunta proprio in queste ore l'intesa per stanziare 40 milioni di euro da destinare al personale che ha affrontato l'emergenza covid. All'Umbria arriveranno 596mila euro. Inoltre abbiamo approvato lo scudo penale dai reati di lesioni colpose e omicidio colposo per chi sta vaccinando. Vogliamo che i medici e tutto il personale lavorino in tranquillità, abbiamo chiesto loro una grande disponibilità, abbiamo ricevuto una risposta generosa, non sarebbe giusto che dovessero andare incontro a cause: stiamo affrontando una situazione straordinaria che richiede anche risposte adeguate. Io mi auguro che lo scudo venga allargato anche a chi ha operato durante l'emergenza covid perchè anche in quel caso al personale sanitario è stato chiesto di dare risposte straordinarie a una situazione emergenziale senza nemmeno avere, all'inizio, i dispositivi di protezione per tutelare la loro salute».

Vaccini, l'Umbria è partita al rallentatore, ha privilegiato alcune categorie anche se, dopo le indicazioni del generale Figliuolo, sta recuperando.

Ci saranno i vaccini per vaccinare tutti?
«Credo che il cambio di passo sul piano vaccinale sia chiaro anche a livello nazionale: siamo passati da 60mila vaccini al giorno a 300mila. Anche l'Umbria nelle ultime settimane ha fatto un cambio di passo: a oggi ad esempio, ha consegnato l'84 per cento dei vaccini che aveva in magazzino. C'è stato un disorientamento generale iniziale ma mi sembra che adesso la situazione sia molto più chiara. Noi, come governo, non ci vogliamo sostituire alle Regioni ma aiutarle a risolvere una situazione così complessa e difficile».
Nei giorni scorsi l'assessore regionale alla Sanità Coletto ha chiesto continuità nella fornitura dei vaccini.
«I vaccini non sono mai mancati alle Regioni. E non mancheranno. Pfizer ci ha comunicato che arriveranno 8 milioni di dosi in più, da aprile a fine giugno avremo 50 milioni di dosi. Già la prossima settimana ne arriveranno dodici milioni. Questi 8 milioni di dosi in più di Pfizer serviranno anche a compensare eventuali ritardi per le valutazioni in corso riguardo al vaccino Johnson&Johnson. Dovremmo quindi andare incontro a un cambiamento vero e proprio nella situazione del nostro paese».
E quale sarà il passo successivo?
«La politica deve farsi carico di fare una sintesi tra l'emergenza sanitaria e quella economica.

Ripensare a un piano delle riaperture e cominciare a ridare fiducia. Deve dare certezze a settori, come il turismo, che hanno bisogno di tempo per organizzarsi. E deve agire con serietà: in contemporanea vanno fatti anche i controlli per far sì che le regole vengano rispettate e per non creare ulteriore disorientamento nei confronti dei cittadini»

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