«Sono dei servizi segreti, occhio!». Avvocato di Perugia minacciato sui social per le opinioni sulla guerra in Ucraina

«Sono dei servizi segreti, occhio!». Avvocato di Perugia minacciato sui social per le opinioni sulla guerra in Ucraina
di Egle Priolo
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Venerdì 27 Gennaio 2023, 08:38

«Sono un agente dei servizi segreti da 34 anni». «Ti seguo da mesi». «Sto indagando su di te». Questo e altro ha dovuto leggere un avvocato perugino a commento di alcune posizioni da lui espresse su Facebook. Il tema è quello della guerra in Ucraina. Siamo a dicembre e il legale, competente anche in materia di geopolitica, commenta il post di un colonnello in congedo dell’esercito italiano in relazione proprio alla situazione ucraina. «Personali considerazioni», racconta l’avvocato perugino nella denuncia sporta in questura (e integrata nei giorni scorsi con altri elementi) cui dopo poco risponde in maniera violenta un sedicente generale dei carabinieri e, appunto, «agente dei servizi segreti da 34 anni». Parole espresse pubblicamente, come il suo commento, che il professionista ha fotografato e allegato alle denunce per tutte le verifiche del caso. Perché il tono è minaccioso. «Ti conoscono benissimo - scrive a un certo punto della discussione il presunto militare - se vuoi metto i tuoi: cellulare, indirizzo, iban nella prossima risposta. Vedi di smetterla velocemente». Alle richieste di chiarimento da parte dell’avvocato, lui rincara la dose: «Sono pagato per indagare su gente come te. Ti seguiamo da mesi. Aspetta solo che il paese entri in guerra per vedere cosa ti aspetta». «Sei pagato per indagare su gente come me?», continua a chiedere l’avvocato. «Sono pagato per difendere il mio paese», l’ulteriore risposta. «Le suddette affermazioni e dichiarazioni - continua il professionista nella denuncia querela - sono di gravità inaudita, ed i fatti sarebbero immensamente più gravi» se effettivamente l’uomo che scrive con quel profilo Facebook fosse davvero appartenente «all’Arma dei carabinieri e/o ad altre istituzioni dello Stato».

Ma non finisce qui. Perché, come detto, qualche giorno fa l’avvocato torna in questura per integrare la denuncia e il materiale prodotto a supporto dal momento che racconta di aver avuto altri contatti social con il sedicente militare. «È tornato ad affermare - continua il professionista - di essere “Un Of-8 delle FF. AA.” e di segnalare i nominativi di alcuni soggetti, al medesimo sgraditi, ad agenzie di intelligence e in particolare “ai suoi colleghi dell’Aisi”». Il tutto allegato da screenshot dei messaggi sul social network. Nominativi che, «sarebbero poi oggetto di aggressioni, pestaggi e violenze da parte di una “sezione speciale” denominata “Istituto per l’intelligence e i servizi speciali”» come affermato dal presunto carabiniere in altri post pubblici. Agli atti della denuncia ci sono ancora post in cui si parla di persone che hanno fatto «un brutto ruzzolone delle scale» e «salutami i colleghi quando ti faranno visita» sostenendo di aver passato il nominativo all’Aisi. Minacce che, anche se tutte da dimostrare, non possono che preoccupare. Al punto che l’avvocato racconta di essere stato costretto «a modificare il mio stile di vita, guardandomi spesso attorno e cercando di capire se sono seguito da qualcuno» e anche costretto ad utilizzare «farmaci ansiolitici durante la giornata e per dormire». Ma soprattutto sentendosi limitato nella propria libertà di esprimere un parere.

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