Sonia Marra uccisa, assoluzione-bis per Bindella: «Finisce un incubo». Ma resta il mistero

Sonia Marra uccisa, assoluzione-bis per Bindella: «Finisce un incubo». Ma resta il mistero
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Venerdì 28 Giugno 2019, 18:10
PERUGIA - «La fine di un incubo». Queste le parole confidate da Umberto Bindella ai suoi avvocati, Daniela Paccoi e Silvia Egidi, poco dopo le 16 di venerdì quando in Corte d'appello è arrivata l'assoluzione bis per non aver ucciso Sonia Marra, la studentessa pugliese scomparsa dalla sua abitazione di Elce tra il 15 e il 16 novembre 2006 e mai ritrovata. Scomparsa e omicidio per i quali Bindella si è sempre dichiarato innocente ed ora, dopo quella in primo grado al termine di un processo andato avanti oltre dieci anni, è arrivata anche l'assoluzione da parte della Corte d'assise d'appello presieduta da Giancarlo Massei.

L'ex guardia forestale di Marsciano non era in aula alla lettura del dispositivo, ed è stato aggiornato dai suoi avvocati. La procura generale aveva chiesto 24 anni di carcere per Bindella. Quando scomparve, Sonia Marra studiava per diventare tecnico di laboratorio biomedico.  A dare l'allarme furono i familiari. Gli investigatori risalirono a Bindella (arrestato e poi rimesso in libertà dopo pochi giorni) esaminando i tabulati telefonici della giovane. Dagli accertamenti emerse poi che entrambi frequentavano gli stessi ambienti. L'accusa ha inoltre ipotizzato che tra i due ci fosse stato un legame sentimentale e che Sonia potesse addirittura essere rimasta incinta: legame e ipotesi che però l'indagato ha negato parlando di «semplice amicizia».

«È una pronuncia - ha detto l'avvocato Egidi all'ANSA - che fa giustizia perché nei confronti del nostro assistito non sono emersi indizi di alcun tipo dall'indagine. Quando gli abbiamo comunicato la conferma dell'assoluzione si è mostrato contento come può essere una persona che esce da un incubo durato 13 anni».

Presenti in aula, come sempre in questa lunghissima e tristissima vicenda giudiziaria, i familiari di Sonia: i genitori, la sorella e il fratello. Per loro si tratta di un altro amarrissmo boccone da mandare giù, perché a 13 anni dalla scomparsa di Sonia (che è stata dichiarata morta proprio perché mai ritrovata) non riescono ancora a soddisfare il diritto legittimo di sapere cosa sia successo a Sonia e chi sia stato a farle del male. Un giallo dunque destinato ad allungarsi, probabilmente a rimanere tale. 

Altrettanto probabile, infine, il ricorso da parte della pubblica accusa in Cassazione.
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