a sostenere i nuclei familiari in affitto che si trovano in difficoltà economica (anche a seguito dell'emergenza
epidemiologica da Covid-19) e che corrispondono canoni di locazione eccessivamente onerosi rispetto al reddito percepito».
I Comuni, che devono utilizzare i fondi assegnati con procedura di urgenza - è detto in un comunicato della Regione -, definiscono la graduatoria tra i beneficiari in possesso dei requisiti previsti dalla normativa sull'edilizia sociale: cittadinanza italiana o di un paese dell'Unione europea o extracomunitario in regola con le vigenti norme sull'immigrazione; residenza e/o attività lavorativa in Umbria; possesso di un regolare contratto di locazione registrato; titolarità di un qualsiasi reddito; non titolarità del diritto di proprietà su un alloggio adeguato alle esigenze del nucleo familiare.
«Abbiamo ritenuto opportuno disporre che i Comuni ripartiscano la somma assegnata tra i beneficiari idonei - ha sottolineato l'assessore - predisponendo due graduatorie. Nella prima sono ricompresi coloro che percepiscono solo redditi da pensione o da lavoro dipendente il cui valore non superi quello di due pensioni minime Inps; nella seconda, invece, sono presi in considerazione i beneficiari con redditi che superano i predetti limiti.»Il contributo massimo concedibile a ciascun nucleo familiare richiedente - ha concluso l'assessore Melasecche - ammonta a 3.000 euro per coloro che sono collocati
nella prima graduatoria e a 2.300 per quelli ricompresi nella seconda graduatoria.
È, inoltre, prevista la possibilità per il comune di introdurre eventuali ulteriori condizioni di disagio del nucleo familiare che consentiranno di innalzare il contributo massimo concedibile.
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