Nuova vita in quota al Vettore per lo storico rifugio Zilioli

Nuova vita in quota al Vettore per lo storico rifugio Zilioli
di Cristiano Pettinari
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Giovedì 26 Novembre 2020, 12:44 - Ultimo aggiornamento: 29 Novembre, 15:08

NORCIA - Nuova vita per il rifugio Zilioli. Sono terminati pochi giorni fa i lavori di ricostruzione dello storico bivacco situato sotto alla vetta del monte Vettore, danneggiato dal sisma del 2016. Dopo quattro anni, il rifugio, classico punto di appoggio per gli escursionisti in ascesa e riferimento per il soccorso alpino, sta per riaprire i battenti con un look totalmente rinnovato. Il progetto, messo a punto gratuitamente dall’architetto ascolano Valeriano Vallesi, socio Cai e alpinista, con il collega trentino Riccardo Giacomelli, ha portato alla costruzione di una struttura moderna e funzionale, in pannelli di legno e copertura di metallo e alluminio. Per completarla ci sono voluti circa due mesi e mezzo di lavoro che hanno richiesto l’impiego di elicotteri per lo spostamento di container e piccole ruspe utilizzate per l’abbattimento del vecchio edificio le cui pietre ora fanno da base al terrazzo in larice. Due le aree pensate per il nuovo stabile: una, con quattro cuccette, rimarrà sempre aperta per un utilizzo di emergenza, già da questo inverno, l’altra, pensata per 8 posti, sarà fruibile su prenotazione solo quando l’emergenza pandemica lo consentirà. Per l’accesso si sta pensando a metodi alternativi alle chiavi, quali codici rilasciati via mail o Whatsapp per aprire la porta, sotto esame anche l’installazione di webcam nell’intento di trovare un efficace deterrente agli atti di vandalismo divenuti frequenti con il notevole aumento dei flussi di persone registrato negli ultimi anni.

RINASCITA

Se intorno al 2010 fu il Cai di Perugia a occuparsi di un restauro parziale, il nuovo Zilioli è sorto grazie all’impegno del territorio marchigiano (Cai, sezione Ascoli Piceno). L’investimento, pari a circa 200mila euro, è stato coperto con il sostegno - tra gli altri -  di Fondazione Carisap, Avis Ascoli Piceno, Cai e Soccorso Alpino oltre a una serie di finanziatori privati. Tra questi Tito Zilioli, il nipote dell’omonimo escursionista morto nel 1958 a seguito di una difficile scalata invernale al Vettore. Due anni dopo sorse il bivacco che ne porta ancora il nome, che negli anni ha conquistato fama e notorietà e che poi è stato chiuso a seguito della tragica scossa del 24 agosto 2016. Al suo interno c’erano 14 scout che riuscirono a mettersi in salvo dopo esser saliti in quota per vivere un’emozione totalmente opposta. Lo Zilioli, ai 2236 della Sella delle Ciaule, tra la cima del Vettore e di Prato Pulito, sopra i laghi di Pilato, regala un punto di vista unico che spazia a 360 gradi, da un lato sul versante umbro di Castelluccio e dall’altro su quello delle Marche.

Di seguito, il contributo della sezione Cai di Ascoli Piceno

«Come l’Araba Fenice, il bivacco Zilioli distrutto dal sisma risorge dalle proprie ceneri. Anche in senso letterale: perché il suo già frequentatissimo terrazzo in larice appoggia sulle pietre del vecchio rifugio, ideato dopo la tragica morte del giovane alpinista ascolano Tito Zilioli da un comitato promotore che raccolse i fondi necessari alla sua edificazione, realizzata nell’estate 1959 da muratori arquatani che trasportarono il materiale a dorso di mulo, su un’area appositamente donata alla sezione CAI di Ascoli dalla comunanza agraria di Pretare. E il vecchio rifugio ha passato il testimone al futuro con l’emozionante ritrovamento della pergamena posta dai suoi padri fondatori all’interno della prima pietra di posa.
Oggi come allora, l’indispensabile sostegno economico è giunto dal territorio piceno: dalla Fondazione Carisap e dall’Avis Provinciale, sempre attente alle comunità locali, cui si affiancano la Società Alpinisti Tridentini e altri finanziatori.
Oggi come allora, la città e la montagna si sono date la mano intorno a un’opera che, ben oltre la mera ricostruzione edilizia, si fa “restituzione”: di protezione, per quanti si troveranno in difficoltà e per i volontari del Soccorso Alpino che opereranno per salvarli; di accoglienza, a chi cerca la magia dei Sibillini e agli studiosi dei loro tesori naturali; di sostegno, alle comunità di Arquata del Tronto e dei paesi intorno al Vettore che i fruitori del nuovo Zilioli frequenteranno nel loro passaggio.
Difatti, la sua forma contemporanea è già un’attrattiva per centinaia di persone: si tratta di una struttura sicura e confortevole, realizzata in pannelli x-lam dalla ditta EdilNicoletti di Trento, rivestita in alluminio rinforzato dalla MetalRoof di Fermo, progettata gratuitamente dall’architetto e Direttore Lavori ascolano Valeriano Vallesi, socio CAI e scialpinista, affiancato per la parte esecutiva dall’architetto Riccardo Giacomelli di Caldonazzo di Trento, con cui condivide la passione per l’architettura in quota. Gli elitrasporti ci hanno permesso di ricambiare in parte il dono generoso e lungimirante della comunanza agraria di Pretare, con il recapito in quota del materiale necessario alla manutenzione di un ricovero per pastori. Terminati gli ultimi lavori, il locale invernale sarà aperto per un utilizzo di emergenza, mentre la parte chiusa tornerà a essere prenotabile soltanto quando le condizioni sanitarie ci restituiranno un po’ di normalità. Allora potremo finalmente festeggiare assieme. Perché il nuovo Zilioli è un traguardo condiviso da tutti coloro che hanno sostenuto l’impegno della sezione CAI ascolana: oltre agli sponsor e alle maestranze, il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, il Comune di Arquata del Tronto, la Soprintendenza, i professionisti che hanno prestato la loro opera volontaria, i soci e i soccorritori che hanno trasportato materiale e vigilato sul cantiere. Ma anche i tantissimi escursionisti italiani e stranieri che hanno assistito con stupore e rispetto alla sua nascita, i fan che sui social hanno fatto sentire il loro affettuoso sostegno.
Il cerchio della solidarietà si è stretto ancora una volta intorno alla montagna più alta del nostro territorio.

Il piccolo Zilioli, simbolo di rinascita e di ritorno, è di nuovo lassù per tutti noi: a noi spetta ora di averne cura».

CAI Ascoli Piceno 

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