Simone Cristicchi in Valserra: «Vi regalerò un concerto sull'onda delle emozioni»

Simone Cristicchi in Valserra: «Vi regalerò un concerto sull'onda delle emozioni»
di Vanna Ugolini
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Lunedì 7 Settembre 2020, 05:45 - Ultimo aggiornamento: 9 Settembre, 14:30

TERNI Una carriera non solo di cantante ma di artista completo e complesso segnata da lavori che hanno avuto sempre come bussola i temi del sociale. Simone Cristicchi è quasi un miracolo nel panorama della musica itaiana. Schivo, emotivo, anti modaiolo per eccellenza. Sarà il 12 settembre al parco Valserra. Lo spazio è gestito dalla coop Alis e il concerto inserito sia nel Valserra summer fest sia negli appuntamenti per i 40 anni della cooperativa Actl.
Sembra quasi che l'impegno per il sociale sia un'urgenza da esprimere con la musica, sembra che venga prima. E' così?
«In realtà agisco d'istinto, ma ho ben presente il fatto di usare il mio ruolo di artista e le canzoni come strumento per parlare di argomenti che mi stanno a cuore. Sono consapevole dell'importanza di avere un microfono. Mi innamoro di un argomento, non c'è nulla di studiato, di premeditato. Sono curioso, la curiosità è il mio superpotere».

Oltre alla canzoni nella sua vita c'è anche molto teatro.
«Il teatro mi interessa molto, è diventato la mia seconda casa. Sono il direttore artistico di un teatro e sento la responsabilità di quello che faccio vedere alle persone».

Cosa ha significato per un artista come lei passare due mesi chiuso in casa?
«Da una parte ho avuto una grossa perdita in termini economici perchè è saltata la tournee teatrale che avevo in programma. Ho guadagnato però il tempo per riflettere, per rimettere in ordine la mia vita e pensare a nuove idee. Erano tanti anni che non riuscivo a scrivere canzoni. Per me è stato un periodo di grande creatività che mi ha permesso di tornare alla mia prima passione. Il disco che ho scritto ha risentito di questo periodo angosciante e drammatico ma ho cercato di mettere nelle canzoni anche la speranza. La speranza per un ripensamento del mondo. Mi piacerebbe molto che prima o poi queste canzoni diventassero un disco di brani inediti».

Al concerto che terrà al festival della Valserra presenterà anche i brani nuovi?
«Sì, presenterò anche gli inediti. Il concerto dura un'ora e quaranta. E' in versione acustica per rispettare le misure di precauzione ma sarà comunque uno spettacolo completo. Tra una canzone e l'altra racconterò storie e leggerò poesie. Ogni serata è unica, dedicata a quel pubblico. Ogni serata è speciale: è la mia cifra stilistica. E questa sarà poi una serata ancora più speciale perchè il mio pianista storico, Riccardo Ciaramellari, è di Terni».

Insomma, sarà uno spettacolo durante il quale avrà cura di chi la viene a sentire.
«Sì, certo. Io cerco sempre di dare agli spettatori tutto quello che posso dare. Oltre alla musica l'altra cosa importante è il lato emotivo, il ritrovarsi intorno ai sentimenti e ai temi che danno un senso alla nostra vita. Sono contento di incontrare ai miei concerti gente che la pensa come me. C'è tutta una parte di umanità molto sensibile e spesso ai miei concerti ci si emoziona, si va via con qualche sorriso e anche con qualche lacrima. Il livello emotivo è molto importante: ci si emoziona condividendo concetti molto semplici ma che spesso dimentichiamo».

Un concerto a cui non si può restare indifferenti. Come ha fatto a restare se stesso e a non salire sul carro degli odiatori e di chi insegue il successo facile?
«Sono riuscito a realizzare un sogno e a restare me stesso. Mi considero un miracolato. L'arte mi ha salvato la vita. Ancora oggi mi stupisco di avere questa grande fortuna di convogliare intorno alle mie opere tante persone. Non ho mai inseguito il successo da classifica. Semplicemente sono rimasto me stesso. Dobbiamo continuare a credere alla bellezza, non concentrarci solo sul brutto del mondo. Ci raccontano storie di esseri umani orribili mentre siamo circondati da persone sensibili e da temi positivi. Il mio scopo è ribaltare questo trend negativo, spero di riuscire a farlo nei mie concerti e nel mio lavoro di artista».

Lei era già venuto a Terni, per l'omaggio a Sergio Endrigo.
«Sì, sono molto legato all'Umbria. E' il cuore sacro dell'Italia. Ho fatto una esperienza meravigliosa in un eremo a Campello sul Clitunno e ho la cittadinanza onoraria. Sono innamorato di questa regione e mi piacerebbe portare qui i miei spettacoli»

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