La sfida di Emanuele: «Da Perugia la mia battaglia al lockdown con Amazon, un milione di fatturato in 4 mesi»

Emanuele Marsili, Ceo della società perugina, seller di Amazon, Gaba
di Fabio Nucci
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Domenica 3 Maggio 2020, 16:48

PERUGIA - Un milione di fatturato in poco meno di 4 mesi. Dalle pieghe di un’economia regionale cristallizzata dal covid-19, emerge l’esperienza di successo di un giovane manager perugino, Emanuele Marsili, che dopo aver aperto un canale di vendita via web, in poco tempo è diventato uno dei più attivi online, con 20mila prodotti venduti nel 2020. Da Perugia, i prodotti di importanti brand anche umbri, dal vino al pet-food, sono così arrivati in mezza Europa, attirando l’attenzione di Amazon. E oggi Gaba, società di cui è Ceo, oltre a essere un esempio vincente di business, si propone anche come possibile sbocco commerciale per quelle imprese che hanno visto le vendite mortificate dal lockdown.
Dottor Marsili, com’è cominciata questa esperienza?
«Sono diventato un seller in Amazon dopo circa un anno di studio e di ricerche per capire anche certi meccanismi del business online. Dal 2 novembre è partita l’attività fisica di vendita ed è iniziata l’ascesa, tanto che di recente la stessa Amazon mi ha chiamato per un webinar per nuovi aspiranti giovani seller e sono stato invitato come esperto riportando gli step della mia case history. Tutto questo al di là di ogni mia aspettativa, specialmente in questo contesto economico globale, rappresenta una grande soddisfazione».
Quando ha capito che stava accadendo qualcosa di importante?
«Sin da subito perché i numeri sono sempre stati positivi, ma da febbraio sono iniziati a crescere sempre più tanto che a fine aprile abbiamo raggiunto il primo milione di euro di vendite. Un risultato impensabile per una start-up che si mette in competizione con grandi di questo settore, che oggi può guardare con ottimismo anche al possibile risultato annuale: la parte logistica è stata messa a punto e conosciamo le risposte del mercato. C’è solo tanto lavoro da fare: dopo Pasqua, ad esempio, abbiamo inviato 6.500 offerte che in meno di venti giorni sono state vendute».
Com’è organizzata la vostra attività?
«Dal nostro magazzino di Perugia seguiamo tutta la parte logistica, etichettiamo i prodotti e li inviamo al centro logistico di Amazon di riferimento: dal momento in cui arriva alla loro “ribalta”, possiamo dire che quella merce è “live” e può essere inviata ai clienti sia B2C (consumatori, ndr) che B2B (imprese, ndr). È poi Amazon che la spedisce e che gestisce il rapporto col cliente, compresa la politica dei resi e la modalità “prime” (consegna veloce, ndr). Abbiamo scelto questa strada, visti volumi che mobilitiamo: un seller normale, che spedisce per conto suo, di solito vende circa 100 prodotti al mese, noi in quattro mesi ne abbiamo inviati quasi 20mila».
Quali prodotti vendete?
«Siamo molto orientati sul comparto “food & beverage”, dal caffè al vino, passando per il pet-food, ma siamo presenti anche nel segmento “cura della persona” col profumo di un noto marchio di lusso e stiamo facendo “inbound” di una nuova importante marca del settore della cosmesi: gestiamo brand e private label perché hanno già una loro riconoscibilità intrinseca. Tra i fornitori di vino e pet food, ci sono anche alcuni imprenditori umbri che in questo momento non possono dare sfogo al loro canale tradizionale».
Detta così, sembra tutto facile.
«In realtà ci sono tutta una serie di informazioni e di tecnicismi che occorre padroneggiare se si vogliono ottenere risultati: le schede prodotto, le parole che “puntano” e che consentono di vendere, i bullet point ovvero le informazioni strategiche che consentono a chi naviga di trovare ciò che vogliamo vendere. Questa attività è composta da una parte di strategia, da tavolo, una di logistica e una relativa alla gestione commerciale-amministrativa-fiscale».
Come siete organizzati dal punto di vista aziendale?
«Abbiamo una sede a Perugia, un immobile di circa mille metri quadrati che ospita il centro logistico e gli uffici:  imprescindibile, una buona connessione! A parte la sezione della logistica, affidata a una cooperativa sociale locale di giovani lavoratori, la nostra attività è incentrata sull’online che posso gestire praticamente da solo. È la forza di questo business: una persona, dotata di preparazione e volontà, in questo momento può realizzarlo da sola». 
Visti i risultati, quali progetti di medio e lungo periodo avete in cantiere? 
«Pensiamo a un ampliamento del nostro portfolio clienti, mediante l’inserimento di ulteriori noti brand nei diversi settori merceologici per aumentare gamma e varietà degli articoli ad oggi gestiti da GABA. Valutiamo anche la possibilità, applicando lo stesso modello, di diventare “seller” in altri marketplace, spazi che ad oggi hanno quote inferiori ma prospettive molto interessanti. L’obiettivo è offrire le migliori prospettive di sviluppo agli attuali e ai futuri partner». 
A quali partner vi rivolgete? 
«Posso dare il mio contributo spiegando come meglio sviluppare un business online tramite un marketplace, ma la mia attività può essere vista come “driver” per quelle imprese che non hanno ancora attivato canali di vendita su web. Potrei diventare, allo stesso momento il loro primo cliente e consulente, il tutto in outsourcing, senza nessun investimento, acquistando i loro prodotti per posizionarli in Europa e Oltre oceano».
Una sfida non da poco, in tempi di lockdown.
«Mi piace pensare possa essere così.

Questo business non ha limiti né di spazio né di tempo».

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