In una settimana 35 nuovi casi, la crescita più bassa d'Italia

Analisi di laboratorio
di Fabio Nucci
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Domenica 19 Aprile 2020, 09:30 - Ultimo aggiornamento: 09:47
PERUGIA - Nelle ultime due settimane la media dei nuovi contagi si è ridotta di oltre un terzo, passando da 18 a 5, trend che conferma come il virus in Umbria resti sotto controllo. In nessun altra regione, c’è stato un rallentamento simile: con 35 casi in sette giorni c’è stata una crescita del 2,7%, mentre a livello nazionale l’infezione è viaggiata a un ritmo del 15,5%. Anche nei territori che col Cuore verde si candidano ad essere i primi covid-free, il virus si è diffuso più velocemente: +8,7% in Basilicata, +9,3% in Molise. Tutto questo mentre cala ancora il numero dei ricoverati, ora 141, uno in meno in un giorno (+ 1 in rianimazione), e continua a salire il numero dei guariti negativizzati, 67 in più in un giorno. Anche questo è un aspetto che colloca la regione ai vertici nel percorso di uscita dall’emergenza sanitaria, con un tasso di guarigione (che tiene conto anche dei clinicamente guariti ancora positivi) che ha raggiunto il 61%, con la media nazionale ferma al 26%. Con la fase due ormai dietro l’angolo, la spinta verso il ritorno alla normalità arriva, di conseguenza, anche dalla riduzione dei malati che, compresi coloro che lottano contro il virus da casa (il 70%), è sceso a 471, con un calo settimanale del 40,4%, percentuale più alta nel Paese. «A volte facciamo meno notizia perché siamo piccoli – si osserva dalla Protezione civile regionale - ma non la facciamo anche perché siamo più abituati a gestire le emergenze. Pur nel susseguirsi di tanti avvenimenti (a partire dai terremoti 1997 e 2016, ndr) nella regione si è sempre ridotto l’impatto». Maggiori sicurezze arrivano dallo screening sostenuto da una media giornaliera di tamponi che ad aprile è stata pari a 883, col totale salito a 24.090, 273 ogni 10mila residenti (in Italia 216). Una scansione che consente di scovare nuovi casi, con l’indice di positività basso: in base ai dati pubblicati ieri dalla Regione, dello 0,5%. Su base mensile, a fronte di 15.010 tamponi eseguiti, sono stati certificati 249 nuovi positivi, con un’incidenza dell’1,7%. Elementi che potrebbero portare a considerare una ripartenza precoce. «Dal punto di vista sostanziale – si osserva ancora dalla Protezione civile regionale – in Umbria potremmo riaprire in anticipo, in modo graduale e con tutte le precauzioni, ma fin quando non migliorano i dati nazionali, fornire aspettative di apertura potrebbe dare segnali sbagliati e far abbassare troppo la guardia. Dal 3 maggio qualcosa dovrà comunque succedere da questo punto di vista, almeno questo è l’auspicio di tutti». Nel frattempo, continua ad assottigliarsi anche il gruppo degli osservati e ieri altre 606 persone sono uscite dall’isolamento mentre il totale di coloro che restano in osservazione è sceso a 1.633. Oggi il rapporto osservati/casi totali è di 1,22, me nei giorni clou del contagio ha superato quota 20. Alle 8 di ieri mattina, inoltre, nessun nuovo decesso è stato segnalato, col totale fermo a 57 e un tasso di letalità del 4,2% che resta il più basso d’Italia.
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