PERUGIA - Don Vincenzo Esposito resta in carcere. La richiesta di scarcerazione per il prete di San Feliciano accusato di prostituzione minorile aggravata, infatti, è stata respinta dal giudice per le indagini preliminari di Palermo.
Notizia confermata dal suo legale, l'avvocato Renato Vazzana che solo pochi giorni fa aveva avanzato la richiesta puntando sulle condizioni di salute del religioso che avrebbero impedito il reato, le «condotte estorsive» messe in atto dai ragazzini, ma pure convinzioni sbagliate sulla loro età. Motivazioni che però il gip ha rigettato, anche se – sottolinea l'avvocato – per motivi di ferie non si è trattato del giudice “titolare” ma del sostituto. «Chiederemo adesso che don Vincenzo sia interrogato», annuncia Vazzana, convinto di poter dimostrare l'innocenza del suo assistito o quanto meno di ridimensionare le accuse a suo carico. E a quel punto avanzare nuovamente la richiesta per «una misura diversa e meno afflittiva della custodia cautelare in carcere», con il religioso ristretto attualmente a Spoleto, dopo che i carabinieri lo hanno portato via dalla casa di San Feliciano. E mentre la sua abitazione è stata anche visitata dai ladri – con tanto di indagine di carabinieri e procura -, intanto il prete (già frate a Termini Imerese) non è stato sospeso. «Né dalla Curia né dal Vaticano sono arrivate decisioni in questo senso – conferma l'avvocato Vazzana -. Evidentemente in attesa dei prossimi risvolti del procedimento». La diocesi, intanto, assicura la prosecuzione dell'attività ordinaria della parrocchia, legata soprattutto alla messe, con l'impegno di altri preti della zona.
LA BATTAGLIA
Nel frattempo, don Vincenzo e il suo legale limano la difesa, offrendo intanto la soluzione dell'applicazione «del braccialetto elettronico e privazione di ogni strumento elettronico, ovvero il collocamento in altra struttura ove lo stesso possa essere privato di qualunque mezzo astrattamente idoneo alla reiterazione delle condotte contestate».