Dal professore al dipendente ministeriale
Gli invisibili della città ora hanno un alloggio
E i vicini cucinano per loro

Dal professore al dipendente ministeriale Gli invisibili della città ora hanno un alloggio E i vicini cucinano per loro
di Corso Viola di Campalto
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Martedì 28 Aprile 2020, 19:46 - Ultimo aggiornamento: 29 Aprile, 11:04
TERNI Un professore di inglese, un imprenditore, un dipendente ministeriale, ma anche un quarantenne che viveva in auto da settimane ed un ventenne rimasto letteralmente solo. Sono gli invisibili della città, senza un tetto e senza alcuna possibilità di trovarlo, che sono stati aiutati dal Comune durante questa terribile emergenza sanitaria. Ora, un tetto ce lo hanno in un alloggio popolare e vengono seguiti dalla cooperativa Actl. Storie di solidarietà e di emarginazione sociale che si intersecano tra loro. E che hanno visto nascere una sorta di mutuo soccorso con i loro nuovi vicini che invece di girarsi dall’altra parte hanno deciso di darsi da fare per farli sentire meno soli. Un’emergenza che potrebbe trasformarsi in un’occasione inaspettata di rinascita.
Tutto è nato dalla decisione del Comune di mettere a disposizione delle persone senza fissa dimora, almeno fino al prossimo 30 giugno, alcuni alloggi popolari. Le abitazioni sono state individuate dall’Ater in via XX Settembre e in via della Fiera, e nel giro di poche ore sono state dotate di letti e suppellettili, per renderle il più dignitose possibile. «L’emergenza Covid – ha detto l’assessore al Welfare Cristiano Ceccotti - ha esposto ad ulteriori, gravi rischi le persone senza fissa dimora, per le quali il Comune di Terni ha inteso individuare una temporanea sistemazione abitativa chiedendo all’Ater la disponibilità di alloggi, con il doppio risultato di ottenere un controllo sanitario e di dare conforto a chi era rimasto solo e senza un tetto. In base al decreto Cura Italia anche il Comune di Terni ha rimodulato i servizi assegnando la gestione delle abitazioni e delle persone accolte all’Actl».
Così alcuni operatori della cooperativa hanno individuato tutte quelle persone che dormivano all’addiaccio, le hanno convinte ad essere ospitate. A coordinare il servizio c’è il dirigente dell’Actl Mauro Nannini insieme all’operatore sociale Marco Laurenti: «In via XX Settembre - racconta Mauro, che è anche coordinatore del centro giovanile Sant’Efebo e presidente nazionale Anpis - ospitiamo per ora cinque persone tutte con storie diverse e tutte con lo stesso denominatore comune: senza una dimora, costrette a vivere dove capitava, alla stazione ferroviaria o all’interno di una vecchia auto. Quello che mi riempie di gioia e vedere che tante persone che abitano nel palazzo o nelle vicinanze li aiutino con semplici ma impagabili gesti, c’è chi cucina per loro e chi fa loro compagnia anche con una semplice chiacchierata: un’altra grande prova di solidarietà da parte della nostra città».
Tante le storie, come quella di Davide (nome inventato) con un ottimo posto da docente di inglese in un istituto superiore del Nord, la vita ed una famiglia andata in frantumi per colpa dell’alcool, ha perso il lavoro e si è trovato in mezzo alla strada: «Sono sei mesi che non beve - racconta Mauro - e una collega in pensione che abita nelle vicinanze lo accoglie a casa per offrigli un pasto caldo e per fargli forza in questo nuovo e duro percorso, il suo obiettivo è rimanere astemio e poi riprendersi quanto perso». Ma c’è anche il dipendente del Ministero di Economia e Finanze che da qualche mese ha avuto un forte esaurimento nervoso ed è stato allontanato da tutti: «Malgrado le difficoltà ed il suo stato - racconta ancora Mauro - sembra che stia ritrovando parte della serenità perduta, avere trovato un casa dopo settimane di disagi lo sta forse cambiando».
Il più giovane è un ventenne egiziano, ormai ternano di adozione, nella sua vita ne ha combinate di tutti i colori e dopo essere diventato maggiorenne non trova un posto dove stare e, soprattutto, una strada da intraprendere. «Una vicina di casa - dice ancora Mauro - cucina per lui mentre un altro sta cercando di aiutarlo per trovare un lavoro quando la vita riprenderà il suo corso».
L’ultimo arrivato un piccolo imprenditore che si trova in forte difficoltà economica dopo la separazione dalla moglie e dai suoi figli piccoli: «Anche per lui - conclude Mauro Nannini - siamo un’ancora di salvezza, anche lui spera che questo incubo finisca il prima possibile per potere ricominciare». Lo sperano tutti.
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