«Chi le ha accompagnate qui mi assicurò che sarebbero rimaste per pochi giorni - dice la titolare del Brenta - e invece sono ancora qui. C'è un conto da saldare da mille e cinquecento euro e loro hanno versato 600 euro. Con una pensione da 680 euro mi chiedo quando riusciranno mai a pagare una spesa che è al di sopra delle loro possibilità».
Annamaria Stella ha accettato anche di ospitare i due cani dai quali madre e figlia non accetterebbero mai di separarsi. «So che se le cacciassi via finirebbero sotto ad un ponte. Io non posso buttare per strada una vecchietta di 93 anni - dice - mi sentirei un animale ma mettetevi nei miei panni. E' una situazione troppo complicata, è passato un mese e nonostante le promesse la casa per queste due donne non è arrivata. E' una cosa di cui ci si deve vergognare. Un persona giovane senza un tetto si adatta ma una donna di 93 anni dove va? Anche la figlia, esperta in traduzioni scientifiche, in questa situazione non può lavorare perché deve sostenere psicologicamente l'anziana madre ed esser forte per lei». L'albergo Brenta in passato aveva una convenzione col Comune per ospitare provvisoriamente persone senza una casa: «Per prendere i soldi ci volevano dai sei ai nove mesi - dice Annamaria - e arrivavano soggetti che non potevano stare in un albergo. Per cui abbiamo rinunciato. Una situazione come questa sinceramente non ci è mai capitata». La titolare del Brenta utilizza i social per raccontare l'odissea della 93enne e di sua figlia, sfrattate da una casa dove hanno vissuto senza acqua né luce. La speranza è che si faccia avanti qualcuno con una soluzione concreta che ad oggi non è ancora arrivata. Né sotto l'albero e neppure come regalo per un nuovo anno di speranza.
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