Scuola, la protesta dei sindaci del Ternano: «Gli istituti con pochi contagi vanno riaperti»

Scuola, la protesta dei sindaci del Ternano: «Gli istituti con pochi contagi vanno riaperti»
di Francesca Tomassini
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Domenica 14 Marzo 2021, 09:12

Amelia, Narni, Baschi, Avigliano Umbro, Giove, Lugnano in Teverina, Montecchio, Acquasparta. Si allarga il fronte dei sindaci della Provincia di Terni contrari alla chiusura indiscriminata delle scuole, dalla primaria alla secondaria di secondo grado, disposta dalla Regione. Da venerdì, quando è stata pubblicata l’ordinanza regionale che dispone lo stop alle lezioni in presenza dal 15 marzo al 5 aprile, uno dopo l’altro, dati alla mano, i primi cittadini hanno esternato le loro perplessità circa l’opportunità e i termini del provvedimento chiedendo alla presidente Tesei di riconsiderare la decisione.

A fare da apripista il sindaco di Narni Francesco De Rebotti che fin da subito ha preso una posizione netta. E la protesta è cresciuta dopo che sono circolate le foto degli assembramenti alla partenza della Tirreno-Adriatico.

«Non si possono accettare in silenzio le scelte sbagliate della Regione -ha dichiarato De Rebotti- che non prendono in considerazione lo sforzo che si sta facendo per rispettare tutti i protocolli sanitari che permettono ai nostri giovani di andare a scuola in sicurezza.

Non è la società doversi difendere dalla scuola, ma il contrario. Lo dimostrano i numeri e i tracciamenti di questi mesi».

Dello stesso avviso il sindaco di Avigliano Luciano Conti: Mi sono battuto in ogni modo per tenere le nostre 
scuole aperte, fatti tamponi, sanificazioni, messe in sicurezze le strutture nel modo più idoneo -ha precisato- la comunità scolastica intera ha fatto sacrifici e lavorato per salvaguardare la didattica in presenza». A questo proposito, entrambi, hanno già inviato una pec all’attenzione della presidente Tesei in cui chiedono di modificare il provvedimento e di adottare anche per tutti gli altri ordini di scuola, il metodo applicato alla scuola dell’infanzia e nei nidi. Ovvero, sospensione della didattica in presenza solo a fronte di un tasso di incidenza del contagio settimanale su centomila abitanti con un valore superiore a 250. Parallelamente all’iniziativa dei singoli, sta prendendo forma la richiesta di un tavolo tecnico formato da Anci e istituzioni regionali attorno al quale valutare la possibilità di modificare la decisione.

«Alla luce dell’ordinanza di ieri (venerdì ndr) - ha spiegato la sindaca di Amelia Laura Pernazza - proporrò all’interno dell’ufficio di presidenza Anci, del quale faccio parte, di rivedere l’ordinanza rimettendo in mano ai sindaci la decisione se chiudere o meno le scuole sulla base dei dati settimanali sull’andamento epidemiologico e sui casi nelle scuole previo confronto con il commissario Covid Massimo D’Angelo. Questa credo sia la decisione più saggia, ordinanze mirate e calate sulle singole realtà». Una linea, quella adottata dai sindaci, applaudita a scena aperta dalle migliaia di famiglie che nel giro di poche ore si sono nuovamente trovate a fare i conti con didattica a distanza.

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