Scuola, meno della metà dei docenti ha ottenuto il trasferimento

Su quasi 1400 domande per cambiare istituti solo 636 hanno avuto esito positivo

Studenti di scuola media
di Remo Gasperini
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Venerdì 26 Maggio 2023, 13:35

Sono meno della metà di chi ha fatto domanda i docenti umbri di ogni ordine e grado che hanno ottenuto il trasferimento di sede per il prossimo anno scolastico 2023-24. In Umbria i prof “soddisfatti”, quelli che hanno ricevuto la mail con la lieta notizia, sono 636 a fronte delle 1.393 domande presentate per una percentuale del 45,6% che è più bassa del dato nazionale che si attesta al 54,5%. C’è però da fare un distinguo tra i movimenti regionali (provinciali o comunali) e quelli interregionali. La maggior parte dei movimenti sono avvenuti all’interno delle scuole umbre: avevano espresso preferenze di mobilità regionale in 976 e hanno ottenuto ciò che volevano in 551 con una percentuale del 56,5% che supera quella nazionale. Ben diversa la situazione per quei docenti che, al momento della nomina in ruolo, sono stati assegnati all’Umbria dal famigerato algoritmo. La domanda per tornare nella terra natia l’hanno fatta in 417 e solo 85 (20,3%) hanno visto soddisfatto il desiderio. Secondo i dati diffusi dal ministero, 263 professori hanno chiesto il trasferimento in una scuola del Lazio, 153 hanno chiesto una scuola della Sicilia, 81 della Campania e in numero minore in Toscana, Calabria e Marche. Molto piccoli i numeri dei rientri effettivi: in 14 sono rientrati in Campania, 13 nel Lazio, 12 in Sicilia e 10 in Toscana e Marche. Con lo stesso intento dei colleghi paracadutati in Umbria e desiderosi di tornare a casa, anche molti professori “nostrani” attualmente in servizio in altre regioni hanno fatto domanda per rientrare. In giro per l’Italia, non solo nelle regioni vicine ma anche in Veneto e Lombardia, ce ne sono centinaia e solo in 69 hanno ottenuto l’agognato trasferimento. In 23 tornano dal Lazio, 17 dalla Toscana, 8 dalle Marche e 7 dalla Lombardia. E in fatto di attesa per il ritorno in Umbria va ricordato che non sono pochi nemmeno i dirigenti scolastici entrati con l’ultimo concorso che da anni ambiscono al ritorno in Umbria.

IL DETTAGLIO

Scendendo nei dettagli nella scuola d’Infanzia i trasferimenti effettivi sono stati 89 di cui 15 verso altre regioni.

Tre sono i rientri da fuori regione. Alle Primarie dei 180 trasferimenti 151 interessano le scuole dell’Umbria mentre 29 riguardano prof che tornano in altre regioni. I rientri sono 18. I dati delle Secondarie di I grado parlano di 140 movimenti di cui 11 in uscita, mentre 16 sono i docenti che arrivano da altre regioni. Infine le Secondarie di II grado: quasi duecento i trasferimenti interni alla regione con trenta uscite e trentadue rientri. Ovviamente i numeri più alti riguardano le scuole della provincia di Perugia che sono 106 con 9.750 docenti per 85.035 studenti, rispetto alle 33 di Terni con 2.979 professori curano 26.964 studenti. Questi dati riferiti alla situazione attuale sono diversi da quelli del prossimo anno scolastico dove si registrerà in calo di studenti e classi.

DIRIGENTI

Il prossimo attesissimo giro di valzer riguarderà, si diceva, i dirigenti. Come ogni anno tra qualche giorno inizierà l’iter che entro la prima metà di luglio porterà alla nuova geografia delle presidenze. Tra conferme in scadenza, mutamenti d’incarichi e mobilità non mancheranno novità. Una delle prime operazione dell’Usr sarà la pubblicazione dell’elenco delle sedi disponibili per i trasferimenti. Si tratta dei posti lasciati liberi da chi andrà in pensione, quelli liberi per mutamento di incarico del titolare e quelli che sono attualmente in reggenza per vacanza di titolare esclusi i posti delle scuole sottodimensionate che non sono disponibili per i trasferimenti. Una partita sempre delicata riguarda il rientro in Umbria dei presidi in servizio soprattutto al nord. Un provvedimento legislativo ha portato il limite alla mobilità interregionale al 60% dei posti vacanti e disponibili in ciascuna regione per il triennio 2022-2025, ma secondo i sindacati questa percentuale non riesce a soddisfare le aspettative e chiedono di eliminare ogni vincolo alla mobilità interregionale dei dirigenti scolastici.

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