PERUGIA Oltre ottocento posti di lavoro che saltano, classi affollate che rimangono tali, fila dei precari che rimane lunga, stipendi dei 17mila lavoratori della scuola tra docenti e Ata fermi da tre anni. Questi solo alcuni dei temi alla base della protesta dei sindacati della scuola Cgil, Uil, Snals e Gilda (stavolta non c’è la Cisl) che anche in Umbria, visto l’ultimo tentativo di mediazione con il governo andato a vuoto, si apprestano a inasprire l’azione di protesta fino a ipotizzare lo sciopero. «I grandi investimenti per la scuola promessi dal governo in questi lunghi mesi di pandemia, che hanno visto il personale docente e Ata impegnato in prima linea, non ci sono. - hanno detto Domenico Maida (Flc Cgil), Lucia Marinelli (Uil Scuola), Annarita Di Benedetto (Snals) e Patrizia Basili (Gilda) – Una situazione frustrante visto che nel Patto per la scuola di maggio 2021 il Governo si era impegnato a stanziare apposite risorse aggiuntive per colmare almeno in parte l’enorme divario retributivo che c’è tra i dipendenti della scuola e quelli di tutto il resto della pubblica amministrazione (mediamente circa 300 euro), per non parlare del confronto impietoso con il resto d’Europa».
Non solo stipendi «da adeguare con numeri a tre cifre – hanno detto - e non con gli 85 euro lordi previsti», ma anche provvedimenti di adeguamento degli organici del personale sia docente che Ata: «La realtà è che sulla scuola in questi mesi si è fatto molto ”bla bla bla” per dirla con Greta - hanno aggiunto i sindacati - poi però non si affronta il problema delle classi numerose, non c’è nulla sul superamento del precariato e viene bloccata per legge la mobilità dei docenti e dei dirigenti.