L’ultimo numero dice che, soltanto a Perugia, i servizi della Asl 1 seguono sessanta persone affette da ludopatia con due psicologi dedicati. Un trend che negli ultimi anni ha segnato picchi di crescita preoccupanti.
«Il fenomeno-spiega la responsabile del Sert di Perugia, Claudia Covino - negli ultimi tempi ha avuto una forte accelerazione in senso negativo». I dati dei malati di gioco a Perugia sono stati forniti ieri mattina durante l’audizione della stessa Covino in Comune durante i lavori della commissione Cultura.
Numeri che si aggiungo a quelli messi in fila dalla Relazione al Parlamento 2013 sull’uso di sostanze stupefacenti e tossicodipendenze in Italia. In quel dettagliatissimo dossier che ha detto come l’Umbria abbia l record di morti per overdose, il cuore verde scala le classifiche anche sul fronte di guai legati a giochi e scommesse.
Per esempio. A fronte di una spesa regionale (i dati si riferiscono all’ottobre 2012) che porta, in valore assoluto, l’Umbria al quart’ultimo posto in Italia; per la spesa pro capire l’Umbria scala classifica e arriva al decimo posto tra le regioni italiane con 1.162,25 euro a testa. Il record è quello dell’Abruzzo con 1.473,17, il dato più basso è della Basilicata con 877,34. Tra l’altro la ricerca del Dipartimento politiche antidroga della presidenza del Consiglio dei ministri, segnala come ci siano alcune regioni, e l’Umbria è tra queste, che non hanno trasmesso i dati riepilogativi dei soggetti affetti da gambling patologico, cioè malati di gioco d’azzardo.
Ma non sono i dati mancanti che impediscono di disegnare identikit e scenari legati allo studio del Dipartimento anche in Umbria. I gratta e vinci sono i giochi effettuati con maggiore frequenza, seguiti dal Supernalotto e dal Lotto.
«Un dato di particolare interesse - spiega lo studio del Dipartimento - mostra una stretta associazione tra frequenza del gioco d’azzardo e uso di sostanze. Infatti tra i soggetti non hanno dichiarato di aver giocato nell’ultimo anno la prevalenza di sostanze è pari al 3,3%; mentre nei soggetti con frequenze di gioco maggiori la prevalenza di soggetti con uso di sostanze aumenta».
Da non sottovalutare i dati emersi dallo studio sulla popolazione studentesca che è stata interrogata on-line dallo studio Sps-Dpa. Lo studio si riferisce ai primi messi del 2013 e spiega come «circa la metà dei casi complessivi ha riportato di aver giocato negli ultimi 12 mesi con notevoli differenze tra maschi e femmine (60,6% contro 38,1%); la pratica del gioco d’azzardo nei soggetti di genere maschile ha quindi una frequenza complessiva quasi doppia».
Nel dettaglio lo studio spiega che nel grado di coinvolgimento nel gioco per i maschi «si hanno percentuali di gioco problematico pari al 12,2 % mentre il gioco patologico è stato rilevato al 5,6% dei casi». Dati che tra le ragazze di età compresa tra i 15 e i 19 anni (è quella l’età interrogata dallo studio) si attesta, rispettivamente al 2,1% e allo 0,8%. La pratica del gioco d’azzardo cresce con l’età.
Se Perugia scopre di avere sessanta persone in cura perché malate di gioco e l’Umbria cresce sul fronte della spesa pro capite per i giochi, c’è chi lancia allarmi e chiede interventi per bloccare il proliferare dei locali in cui si può giocare e scommettere.
L’ultima iniziativa l’ha lanciata nei giorni scorsi la Società Operaia di Mutuo Soccorso di Perugia che nel suo profilo Facebook lancia l’idea di un adesivo anti scommesse. La proposta è semplice e va dritta all’obiettivo: «Se il Comune, in accordo con i gestori, studiasse un adesivo da attaccare alle vetrine dei bar del tipo: “qui non ci sono videopoker” e se Regione, Provincia e Comune stabilissero di non finanziare, patrocinare associazioni e circoli che si rifiutano di prendere questo impegno?». Una proposta che ha già accolto qualche mi piace. E che arriva dopo quella dei capigruppo della maggioranza di centro sinistra in consiglio comunale che chiedeva al sindaco di intervenire sul tema. Un’idea di cui, però, si è persa ogni traccia.
Intanto, giusto per dire come suoni l’allarme legato al gioco d’azzardo e ai malati di gioco, le associazioni dei consumatori si mobilitano per aiutare chi si trova di fronte a situazioni disagi legati all’abuso di gioco. L’Adoc, per esempio, ha istituito uno sportello per difendere le vittime del gioco d’azzardo. L’Associazione, che in un Umbria è guidata da Angelo Garofalo, stima che nella regione siamo migliaia i giocatori patologici adulti con un dieci per cento di minorenni dipendenti.
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