Giochi e scommesse, boom di malati
Solo a Perugia in 60 sono in cura alla Asl

Giochi e scommesse, boom di malati Solo a Perugia in 60 sono in cura alla Asl
di Luca Benedetti
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Martedì 30 Luglio 2013, 22:48 - Ultimo aggiornamento: 23:01
PERUGIA - I numeri fanno paura. E dicono che l’Umbria non immune dalla febbre da gioco. Una febbre che diventa malattia tanto da far scalare le classifiche sul fronte dei malati di gioco.

L’ultimo numero dice che, soltanto a Perugia, i servizi della Asl 1 seguono sessanta persone affette da ludopatia con due psicologi dedicati. Un trend che negli ultimi anni ha segnato picchi di crescita preoccupanti.

«Il fenomeno-spiega la responsabile del Sert di Perugia, Claudia Covino - negli ultimi tempi ha avuto una forte accelerazione in senso negativo». I dati dei malati di gioco a Perugia sono stati forniti ieri mattina durante l’audizione della stessa Covino in Comune durante i lavori della commissione Cultura.

Numeri che si aggiungo a quelli messi in fila dalla Relazione al Parlamento 2013 sull’uso di sostanze stupefacenti e tossicodipendenze in Italia. In quel dettagliatissimo dossier che ha detto come l’Umbria abbia l record di morti per overdose, il cuore verde scala le classifiche anche sul fronte di guai legati a giochi e scommesse.

Per esempio. A fronte di una spesa regionale (i dati si riferiscono all’ottobre 2012) che porta, in valore assoluto, l’Umbria al quart’ultimo posto in Italia; per la spesa pro capire l’Umbria scala classifica e arriva al decimo posto tra le regioni italiane con 1.162,25 euro a testa. Il record è quello dell’Abruzzo con 1.473,17, il dato più basso è della Basilicata con 877,34. Tra l’altro la ricerca del Dipartimento politiche antidroga della presidenza del Consiglio dei ministri, segnala come ci siano alcune regioni, e l’Umbria è tra queste, che non hanno trasmesso i dati riepilogativi dei soggetti affetti da gambling patologico, cioè malati di gioco d’azzardo.

Ma non sono i dati mancanti che impediscono di disegnare identikit e scenari legati allo studio del Dipartimento anche in Umbria. I gratta e vinci sono i giochi effettuati con maggiore frequenza, seguiti dal Supernalotto e dal Lotto.

«Un dato di particolare interesse - spiega lo studio del Dipartimento - mostra una stretta associazione tra frequenza del gioco d’azzardo e uso di sostanze. Infatti tra i soggetti non hanno dichiarato di aver giocato nell’ultimo anno la prevalenza di sostanze è pari al 3,3%; mentre nei soggetti con frequenze di gioco maggiori la prevalenza di soggetti con uso di sostanze aumenta».

Da non sottovalutare i dati emersi dallo studio sulla popolazione studentesca che è stata interrogata on-line dallo studio Sps-Dpa. Lo studio si riferisce ai primi messi del 2013 e spiega come «circa la metà dei casi complessivi ha riportato di aver giocato negli ultimi 12 mesi con notevoli differenze tra maschi e femmine (60,6% contro 38,1%); la pratica del gioco d’azzardo nei soggetti di genere maschile ha quindi una frequenza complessiva quasi doppia».

Nel dettaglio lo studio spiega che nel grado di coinvolgimento nel gioco per i maschi «si hanno percentuali di gioco problematico pari al 12,2 % mentre il gioco patologico è stato rilevato al 5,6% dei casi». Dati che tra le ragazze di età compresa tra i 15 e i 19 anni (è quella l’età interrogata dallo studio) si attesta, rispettivamente al 2,1% e allo 0,8%. La pratica del gioco d’azzardo cresce con l’età.



Se Perugia scopre di avere sessanta persone in cura perché malate di gioco e l’Umbria cresce sul fronte della spesa pro capite per i giochi, c’è chi lancia allarmi e chiede interventi per bloccare il proliferare dei locali in cui si può giocare e scommettere.

L’ultima iniziativa l’ha lanciata nei giorni scorsi la Società Operaia di Mutuo Soccorso di Perugia che nel suo profilo Facebook lancia l’idea di un adesivo anti scommesse. La proposta è semplice e va dritta all’obiettivo: «Se il Comune, in accordo con i gestori, studiasse un adesivo da attaccare alle vetrine dei bar del tipo: “qui non ci sono videopoker” e se Regione, Provincia e Comune stabilissero di non finanziare, patrocinare associazioni e circoli che si rifiutano di prendere questo impegno?». Una proposta che ha già accolto qualche mi piace. E che arriva dopo quella dei capigruppo della maggioranza di centro sinistra in consiglio comunale che chiedeva al sindaco di intervenire sul tema. Un’idea di cui, però, si è persa ogni traccia.



Intanto, giusto per dire come suoni l’allarme legato al gioco d’azzardo e ai malati di gioco, le associazioni dei consumatori si mobilitano per aiutare chi si trova di fronte a situazioni disagi legati all’abuso di gioco. L’Adoc, per esempio, ha istituito uno sportello per difendere le vittime del gioco d’azzardo. L’Associazione, che in un Umbria è guidata da Angelo Garofalo, stima che nella regione siamo migliaia i giocatori patologici adulti con un dieci per cento di minorenni dipendenti.



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