Sanità, ospedali e aziende in rosso per super spese dei farmaci e mobilità passiva. Tesei annuncia la cura

Sanità, ospedali e aziende in rosso per super spese dei farmaci e mobilità passiva. Tesei annuncia la cura
di Luca Benedetti
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Sabato 26 Giugno 2021, 08:07

PERUGIA - Ospedali, Asl e Aziende ospedaliere tutti in rosso, spesa farmaceutica fuori controllo e mobilità passiva che stende di brutto quella attiva. Cioè sono più gli umbri che si curano fuori che i pazienti che arrivano da altre regioni. La guerra della sanità sui numeri batte un colpo tosto. La giunta regionale scende in campo con l’artiglieria pesante. Non annuncia una cura da cavallo (ma lo fa capire), ma mette sul tavolo la necessità di correre ai ripari. Correre. E con il Covid non sarà per nulla facile.
I numeri li snocciolano la presidente Donatella Tesei, l’assessore Luca Coletto e il dg Massimo Braganti. Numeri conditi da parole toste. Sanità in rosso fisso? Sì se si prende come riferimento la gestione ordinaria.
Attenzione, da palazzo Donini nessuno mette in dubbio che i bilanci di Asl e Aziende ospedaliere, in passato, non si siano chiusi in attivo e quindi la loro regolarità(ricordate la Regione benchmark?), ma la prospettiva con cui vengono guardati quei numeri è diverso. Cioè quel dato positivo se depurato di proventi e oneri straordinari fa saltare il banco verso un deficit strutturale nel triennio 2017-2019 che pesa sul 2020. Se il focus è sulla gestione propria, cioè valore della produzione e costi della produzione, c’è da passare le notti in bianco e contare.
Perché dal 2017, sottolinea il dg Braganti, se si guarda alla gestione ordinaria, ci si porta dietro un passivo col brivido. Giusto per fare il conto dell’anno in corso, l’ultimo dato conosciuto dice meno 34.211.353,74. Con un paradosso mica da poco: Asl e Aziende devono chiudere i bilanci entro il 30, la Regione è convocata al Mef per trattare sui conti della sanità il 5 luglio. Certo le partite straordinarie aiutano anche stavolta, aiuta il payback, cioè il bonus riconosciuto dalle aziende farmaceutiche. A proposito di maquillage. Dai dati esposti da Braganti nel triennio 2017-2019 il saldo della gestione ordinaria è stato negativo per 93 milioni, ma la sanità regionale ha respirato con l’apporto di proventi e oneri straordinari per oltre 100 milioni. Anche con vecchi accantonamenti di dieci anni prima.
Coletto affonda un tackle pesante: «Il problema è strutturale. Nessun ospedale chiude in attivo. I nodi? La mobilità che dal 2014, ultimo anno in positivo, inizia a dare valori che portano a un meno 4 milioni di oggi. Questo significa che c’è una opinione non buona dei cittadini umbri. Serve una inversione di tendenza: i professionisti ci sono, va alzato il livello delle prestazioni. Eppoi la spesa farmaceutica fuori controllo. Se quella territoriale regge anche per la riduzione del costo dei farmaci, quella ospedaliera esplode. Altre Regioni spendono meno con prestazioni d’eccellenza, perché? L’esempio degli antitumorali è chiaro: spesa in crescita costante. Va ricostruito un sistema virtuoso, ma senza negare nulla ad alcuno». Avviso chiaro alle direzioni di Asl e ospedali, ma anche al grande giro dei primari.
«La pandemia – spiega la presidente Tesei – non ci ha consentito sinora di riprogrammare la sanità o meglio l’abbiamo fatto solo in parte. Bisogna rimettere al centro l’offerta di professionisti e già questo permetterebbe di abbattere quel disavanzo strutturale che sta caratterizzando i conti della sanità regionale. Ottimizzare non vuol dire diminuire i servizi, ma vuol dire eliminare gli sprechi e dare servizi sempre migliori». Con il mercato dei camici bianchi che non aiuta: le altre Regioni spendono e sono agguerrite.
Il portavoce dell’opposizione in consiglio regionale, il Pd Fabio Paparelli, para e risponde: «I conti sono fuori controllo con la coppia Tesei-Coletto.

Tentativo patetico di addebitare responsabilità al passato. Coletto si dimetta».

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