Sanità, sindacati in piazza contro la Regione: «Troppi problemi irrisolti»

Sanità, sindacati in piazza contro la Regione: «Troppi problemi irrisolti»
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Venerdì 3 Luglio 2020, 16:29
PERUGIA - Scatta la protesta dei sanitari. Martedì prossimo dalle 9,30 le lavoratrici e i lavoratori della sanità umbra saranno in piazza a Perugia, sotto la sede della Regione, per manifestare e mettere a nudo i tanti problemi irrisolti che attraversano il settore e soprattutto la mancanza di un confronto su organizzazione e programmazione delle attività in questa nuova fase dopo il picco dell’emergenza Covid-19. 
«Da mesi ci viene promessa l’apertura di un confronto per una riorganizzazione che valorizzi la sanità pubblica e garantisca sicurezza a lavoratori e cittadini - affermano Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl, i sindacati dei lavoratori pubblici - ma a questa promessa non sono seguiti i fatti. La nostra sanità pubblica e territoriale ha dimostrato nell’emergenza Coronavirus tutta la sua efficienza, dovuta alla grande professionalità e disponibilità di tutto il personale sanitario. Ora però bisogna procedere al potenziamento degli organici e ad una riorganizzazione che rafforzi e non indebolisca la sanità pubblica sul territorio, strumento fondamentale contro la diffusione delle pandemie e unico sistema realmente in grado di rispondere alle esigenze di prevenzione e cura dei cittadini». 
Tra i punti che i sindacati mettono alla base della mobilitazione c’è anche la riduzione dei tempi di attesa per i cittadini che accedono ai servizi sanitari, tempi che si sono dilatati ulteriormente dopo l’emergenza degli ultimi mesi: «Riteniamo fondamentale individuare e condividere strumenti che possano ridurre queste attese e garantire le prestazioni del servizio sanitario pubblico, perché il Covid non può diventare la scusa per la privatizzazione della sanità».  E a proposito di accesso ai servizi sanitari pubblici e di liste d’attesa, martedì in piazza a Perugia ci saranno anche i lavoratori di Umbria Salute, la partecipata della Regione che si occupa delle prenotazioni medico-sanitarie, al cui interno circa 180 lavoratrici e lavoratori precari con contratti in scadenza rischiano di perdere il lavoro. 
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