Caos liste d’attesa, si presenta con sei visite da fare ma non c’è alcuna data utile

Caos liste d’attesa, si presenta con sei visite da fare ma non c’è alcuna data utile
di Luca Benedetti
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Giovedì 7 Ottobre 2021, 11:47

PERUGIA  - L’ultima storia delle liste d’attesa in sanità la racconta Riccardo, 59 anni. Perugino, lavora per una ditta di corrieri e ieri è andato al Cup di piazzale Europa. Sei ricette in mano per visite e prestazioni specialistiche, nessuna prenotabile. Chiama il Messaggero al telefono e racconta: «Sono sei ricette con presa in carico. Cioè sto nei loro (della sanità regionale, ndr) computer ma non ho una data per le prestazioni. A dirla tutta una prestazione era garantita: ma a Terni e nell’aprile del prossimo anno». Tra le sei richieste fatte al Cup, per esempio, ci sono una colonscopia e una visita urologica. Ancora Riccardo, con garbo e più di una punta di rassegnazione: «Ho fatto i conti: se vado dal privato me la cavo con 1200 euro. Non conosco i tempi, ma magari in dieci-quindici giorni faccio tutto».

Quella di Riccardo è una storia simbolo della sanità ingolfata che non riesce a recuperare le liste d’attesa bloccate per il Covid-19. E che già si portavano dietro un carico comunque pesante.
Giusto per fare una mano di conti e confrontare i numeri con le storie di chi arriva al Cup e trova un muro da scalare, nei giorni scorsi la Asl 1 ha messo nero su bianco il piano aziendale di recupero delle prestazioni. Diciotto pagine allegate alla delibera numero 1.101 del 29 settembre firmata dal dg Gilberto Gentili in cui ci sono tabelle, grafici, priorità e numeri.

Al 30 giugno scorso la Asl 1 doveva recuperare 22.781 prestazioni di cui 1.299 sospese per il Covid e 21.482 inserite nel cosiddetto percorso di tutela. Tanto per aggiungere numeri ai numeri la radiologia ne aveva 6.442, la gastroenterologia 3.087, l’oculistica 2.954 indipendentemente dalle classici di priorità e urgenza. Sempre la radiologia, in classe B, cioè con un’attesa massima di dieci giorni aveva da smaltire a fine giungo 2.258 prestazioni. Sul fronte dei distretti l’Assisano aveva indietro 775 prestazioni, l’Alto Chiascio 3.007, l’Altotevere 5.133, la Media Valle del Tevere 3.759, il Perugino 9.892 e il o del Trasimeno 288.

La delibera di fine settembre spiega che «l’Azienda Usl Umbria 1 per il recupero delle prestazioni sospese e inserite nei percorsi di tutela prevede: ripristino dei tempi di esecuzione delle prestazioni vigenti prima della pandemia con ripulitura delle prestazioni sospese e di quelle inserite in percorso di tutela, l’inserimento di prestazioni “aggiuntive” utilizzando gli spazi che vengono recuperate (derivate dalla riduzione dei “passi”) nelle attuali agende piene, occupando tali posti con prestazioni in Percorso di Tutela». E ancora: «Riprogrammazione delle prestazioni sospese- inserite nei percorsi di tutela, con rimodulazione delle agende di tutte le strutture eroganti, secondo le nuove indicazioni date per il passo delle prestazioni».
Per la classe U di priorità (attesa massima in 72 ore)la delibera di settembre dice che il recupero va fatto(quindi si presume che si stato fatto) entro luglio, per la priorità in classe B(dieci giorni massimi di attesa) entro settembre(quindi recuperi tendenzialmente finiti), classe D (attesa massima 30 giorni per le visite e 60 giorni per gli esami) entro ottobre/novembre in relazione alla numerosità dei volumi da gestire e laddove molto numerose entro novembre/dicembre, Classe P (con attesa massima di 120 giorni) entro dicembre (solo per quelle con tempi massimi scaduti)».

Nel piano è prevista la telemedicina, il confronto con i medici di famiglia per le prescrizioni, ma anche accordi con i privati oltre a un confronto continuato con l’Azienda ospedaliera di Perugia, per esempio, per le prestazioni che la Asl 1 non può erogare con particolare attenzione ai pazienti residenti a Perugia.
Nelle 18 pagine di relazione allegate alla delibera, emergono anche criticità per l’attuazione del piano.

Che sono: «Dotazione organica (personale medico, tecnico, infermieristico) non adeguata ai bisogni di salute della popolazione residente». «Si stima-spiega la delibera- che ogni giorno si producano in azienda circa 500 nuove prestazioni in percorso di tutela per un complessivo di oltre 10.000 prestazioni/mensili, di queste si stima che solo la metà possano trovare risposta nell’arco dello stesso mese per carenza di personale medico ed infermieristico» A cui si aggiunge la problematica della diagnostica per immagini. «Grave carenza-scrive la Asl 1– di medici radiologi e personale tecnico in particolare nei Distretto della Media Valle del Tevere e Trasimeno».

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