Sanità, l'Umbria risparmia
ma mancano quasi 2 milioni

Sanità, l'Umbria risparmia ma mancano quasi 2 milioni
di Federico Fabrizi
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Giovedì 19 Dicembre 2013, 10:59 - Ultimo aggiornamento: 20 Dicembre, 09:49
PERUGIA - Il rischio che quelli che risparmiano poi beccano di meno.

In questi giorni le Regioni si stanno dividendo a morsi i 107 miliardi del fondo sanitario, cioè i soldi assegnati dal Governo per far funzionare ospedali e ambulatori. Quest'anno la torta si divide col sistema dei “costi standard”: «Una siringa costa così, una Tac così... e deve costare più o meno uguale dappertutto». Per questo ecco spuntare le 3 Regioni modello (Veneto, Emilia e Umbria) - i benchmark, come ripete spesso la governatrice Marini - ma poi bisogna tirare le somme. La giornata di mercoledì è andata avanti a gomitate e spintoni, perché anche le briciole della maxi torta da 107 miliardi possono lasciare il segno nei bilanci di diverse Regioni.



All'Umbria dovrebbe spettare un miliardo e 588 milioni. Ma si balla nell'ordine di un paio di milioni in più o in meno. Entro la settimana dovrebbe essere messo un punto nella trattativa - dividendo circa 104 dei 107 miliardi - per poi correggere qualche dettaglio entro gennaio.



Dalle prime ipotesi di ripartizione del fondo - ormai molto realistiche - può essere già tentato un raffronto: come sarebbe andata se questi soldi fossero stati divisi con il vecchio sistema, senza “costi standard e benchmark? Chi c'avrebbe guadagnato e chi ci avrebbe rimesso? L'Umbria - che è benchmarck, cioè avrebbe fatto tutto bene finora - ci rimetterebbe un milione e 900mila euro. «Sono gli effetti di un metodo fondato su un criterio artificioso - dice Nicola Preiti, segretario nazionale della Cgil Medici - i costi standard rischiano di produrre calcoli ragionieristici che non tengono conto delle differenze di territori e servizi. È un controsenso: i risparmi dovrebbero essere il risultato di scelte intelligenti fatte a monte e non l'effetto di tagli lineari».



Intesa raggiunta nella serata di giovedì, in Conferenza delle Regioni, sul riparto del fondo sanitario nazionale 2013. Il confronto tra i governatori è proseguito per tutto il giorno e alla fine la quadra è stata trovata, applicando sperimentalmente il criterio dei costi standard con le tre regioni benchmark di riferimento individuate nei giorni scorsi (Umbria, Emilia Romagna, Veneto). Complessivamente il fondo sanitario nazionale 2013 ammonta a 109,9 mld di euro, ma il riparto riguarda una fetta leggermente inferiore alla torta totale, per una cifra di oltre 104 mld. L'accordo sarà a breve ratificato nella conferenza Stato-Regioni.

«L'accordo raggiunto tra le Regioni per il riparto del fondo sanitario è una buona notizia, certo questo è un anno duro e difficile - così la governatrice Marini al termine dell'accordo - di fatto solo quest'anno abbiamo perso un miliardo e trecento milioni e, quanto a risorse, siamo tornati indietro di un decennio. Il riparto è tuttavia utile e necessario e le Regioni hanno condiviso i costi standard ed i

criteri di premialità».
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